VENEZIA – Parte oggi dal terminal traghetti di Fusina il camion carico di 16 bancali di solidarietà, che verranno accolti sabato prossimo da Caritas Internazionale ad Atene e successivamente smistati verso ulteriori destinazioni colpite dall’emergenza profughi.In meno di un mese l’Autorità Portuale di Venezia è riuscita a raggiungere l’obiettivo di costruire un ponte umanitario tra Italia e Grecia.
Il progetto, infatti, è stato avviato il 13 giugno scorso con la raccolta di generi di prima necessità da inviare alle persone in difficoltà nei campi di accoglienza di Atene gestiti da Caritas Internazionale.Un’operazione durata tre intense settimane, durante le quali sono stati attivati diversi punti di raccolta tra Venezia e la terraferma, per facilitare le operazioni e poi convogliare il tutto al magazzino Cruise Logistic.
È stato fondamentale il contributo della comunità territoriale, che ha donato generi alimentari, prodotti per l’igiene, prodotti dedicati alla cura dei bambini, giocattoli e cancelleria, abiti e biancheria, oltre a biciclette, materassi, carrozzine per disabili, coperte e lenzuola.
Diversi gli operatori portuali che hanno preso parte all’iniziativa, tra cui Pastrello Autotrasporti, che ha fornito mezzo e personale, i Portabagagli del Porto di Venezia, che hanno messo a disposizione il magazzino e curato raccolta e imballaggi, Venice Ro-Port MoS, terminal dell’imbarco, Grimaldi Lines e Team Shipping Agency, l’armatore che ha messo a disposizione la nave traghetto per trasportare il mezzo e il suo agente a Venezia.
Anche altre realtà hanno partecipato attivamente, ad esempio parrocchie e associazioni, come l’Associazione Bambini di Chernobyl Onlus, attiva dal 2002 e impegnata anche nell’organizzazione di convogli umanitari verso i Paesi in difficoltà, e aziende del territorio, tra cui Grandi Molini Italiani, che ha fornito circa 1000 kg di farina.Grazie ad una sinergia tra le diverse imprese che operano nella realtà portuale si è riusciti a portare a termine un’iniziativa di solidarietà, a conferma di quella “apertura al mondo” che caratterizza da sempre l’attività di chi, come il Porto, si occupa quotidianamente di scambi commerciali e di relazioni con altri Paesi.