BRUXELLES – Il Regolamento Portuale Europeo dopo quindici anni di discussioni trova l’accordo da parte della Commissione, Consiglio e Parlamento con i relativi compromessi. La Ue, sotto il semestre di presidenza olandese e non è un caso, si può dire che finalmente ha un quadro giuridico per regolamentare l’organizzazione dei servizi portuali e la trasparenza sulle procedure finanziarie relative ai porti in Europa. L’ESPO (European Sea Ports Organization) si ritiene soddisfatta del compromesso finale raggiunto in quest’ultima settimana, che per molti versi risulta migliorativo rispetto alla proposta originaria della Commissione del maggio 2013.
ESPO sottolinea l’accoglimento di alcuni principi di flessibilità sull’organizzazione dei servizi portuali riguardo alle diversità geo-orografiche che i porti europei manifestano per consentire diversi strumenti nell’espletamento dei rispettivi servizi. Non tutti i porti sono uguali e non tutti i porti hanno le stesse limitazioni marittime e gli stessi operatori portuali e speriamo che tutto questo non porti vantaggio solo ai porti del nord Europa.
Sui finanziamenti pubblici ricevuti dai porti si richiede più trasparenza finanziaria: anche in questo settore occorrerà più controllo, soprattutto sui criteri di assegnazione dei fondi e sui dati tecnici ante e post finanziamento che un porto potrà vantare, come è successo per i vari porti “core”. L’ESPO saluta benevolmente l’abbandono da parte della Commissione del concetto di “organismo indipendente di vigilanza” sui ricorsi a favore della proposta che stabilisce un meccanismo virtuoso di gestione delle controversie con minori passaggi burocratici; come pure di escludere dal presente regolamento l’ampliamento del campo di applicazione della direttiva 2014/23/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione.
Per quanto riguarda l’autonomia finanziaria delle autorità portuali, il Regolamento non chiarisce i punti nodali sui finanziamenti pubblici e privati; le AP sono in grado di gestire la loro situazione finanziaria e decidere come strutturare e ottimizzare i redditi; mentre una situazione controllata limiterebbe le stesse nel realizzare gli obiettivi strategici di sviluppo di un territorio. L’ESPO, a detta del suo presidente, Santiago Garcia Mila, considera il principio di autonomia delle AP, come si legge nella proposta iniziale della Commissione e pienamente sostenuta dal Parlamento europeo e non più sostenuto dai Paesi membri, uno dei punti chiave del Regolamento Portuale per liberare il potenziale di sviluppo dei porti europei.
“Dobbiamo sperare tuttavia – sostiene Santiago Garcia Mila – che gli Stati membri abbiano l’occasione per rivedere l’organizzazione portuale modo, rendendosi conto che dare alle autorità portuali il potere di negoziare e di sviluppare la propria politica di tariffazione è il modo adeguato per migliorare la competitività dei porti europei”. Il Regolamento prima di entrare in vigore dovrà seguire l’iter procedurale per l’approvazione sia da parte del Parlamento che del Consiglio e che non si concluderà non prima del prossimo autunno.