Studio Srm: Mediterraneo cresce ma Italia in stallo

NAPOLI – Il consolida la sua centralità grazie al raddoppio di Suez, all’allargamento del Canale di Panama ed alla crescente presenza di investimenti cinesi nel settore marittimo, ma lo sviluppo dei porti italiani è in fase di stallo. E’ quanto emerge dal terzo rapporto annuale di Srm (Studi Ricerche per il Mezzogiorno) del Gruppo Intesa San Paolo che verrà presentato domani a Napoli.

I dati del volume “Italian Maritime Economy”, che si focalizza sui grandi fenomeni che stanno modificando gli assetti logistico-portuali europei e dell’Italia, riportano come il traffico nel Mediterraneo rappresenti il 19% del traffico mondiale in volume e il 25% in termini di rotte marittime: nei porti del Mediterraneo transitano merci per 2 miliardi di tonnellate l’anno. In particolare, analizzando i dati italiani, emerge che il Paese dispone di un importante patrimonio infrastrutturale ed imprenditoriale che va però potenziato: il sistema portuale italiano mantiene una posizione di rilievo nell’ambito del Mediterraneo, in termini di volumi di merci movimentate, ma attraversa una fase di stallo.

L’Italia è terza in Europa nel 2015 per traffici gestiti, con 473 mln di tonnellate di merci e 10,2 mln di TEU movimentati, cifre che segnalano una leggera crescita rispetto agli ultimi tre anni, con una situazione però ancora lontana dai livelli pre-crisi. Il Paese resta comunque primo nell’UE per trasporto di merci in nel Mediterraneo e nel Mar Nero con 240 mln di tonnellate di merci trasportate (il 33,5% del totale). Per quanto riguarda i porti del Mediterraneo, continua la crescita tumultuosa del marocchino Tanger Med, mentre in Italia, Gioia Tauro ha movimentato circa 2,5 milioni di TEU (in calo del 14% sul 2014), Genova ne ha movimentati 2,2 milioni (+3,2%), La Spezia 1,3 milioni (-0,2%), Livorno (780mila; +35,2%), Venezia (560mila, +22,9%) e Salerno (359mila; +12,3%).

Il focus sul Mezzogiorno indica che i 12 porti dell’area movimentano il 41,4% del totale del traffico container italiano e il 45,3% del traffico complessivo di merci. Il rapporto sottolinea come il Sud deve essere posto in una posizione di rilievo con investimenti e strategie adeguate in termini di infrastrutture. “Nonostante l’instabilità politica – spiega Maurizio Barracco, presidente Banco di Napoli – il Mediterraneo sta tornando ad avere una rilevante centralità globale con una significativa crescita dei volumi di merci in transito. Questo avviene parallelamente alla crescita delle sfide che arrivano da quest’area, prima tra tutte quella dei flussi migratori. Per questo è urgente avviare una vera politica europea per il Mediterraneo in cui la dimensione marittimo-portuale sia al centro”.

Il presidente di SRM Paolo Scudieri aggiunge: “Investimenti in infrastrutture, intermodalità e sviluppo del capitale umano, puntando sul mare, sono tre principi sui quali il nostro Paese deve lavorare per sfruttare appieno la posizione geografica. Un esempio vincente è l’accordo FCA, Porto di Civitavecchia e Grimaldi per il trasporto delle autovetture realizzate nello stabilimento di Melfi e destinate al Nord America, che ha attivato un traffico prima inesistente mettendo in rete industria, logistica, trasporto marittimo”.