ROMA – Si è svolta oggi pomeriggio, presso la biblioteca storica di Palazzo Marina a Roma, nell’ambito dell’incontro dal titolo “Interessi marittimi nazionali ed il nuovo strumento navale” la presentazione del numero speciale di “X-trà” della rivista Rivista Italiana Difesa RID. Il progetto, realizzato da RID, in collaborazione con la Marina Militare, è dedicato alle nuovi costruzioni navali della Marina.
Il quadro della situazione internazionale presenta una crescente incertezza ed una generalizzata instabilità; l’area Mediterranea– cerniera tra un Nord sviluppato e stabile ed un Sud sovrappopolato e conflittuale – si è rivelata sempre più un elemento della crescente instabilità internazionale che caratterizza lo scenario mondiale. Le aree nordafricane e mediorientali, come l’Egitto, l’Algeria, la Tunisia, la Siria, la Libia, sono state soggette all’indebolimento delle strutture statuali a seguito del fallimento delle Primavere arabe, nonché all’estensione del fondamentalismo islamico e dei correlati fenomeni terroristici.
Il Mediterraneo – pur rappresentando solo l’1% della superficie acquea globale – è interessato dal 19% del traffico marittimo mondiale, che sale al 30% per quanto riguarda il petrolio, nonché al 65% delle altre risorse energetiche destinate all’Italia e agli altri Paesi europei, comprese quelle trasportate dai gasdotti sottomarini. Esso costituisce quindi un essenziale snodo, cruciale per i traffici marittimi.Ha aperto i lavori il Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio Giuseppe De Giorgi, che ha introdotto il ruolo strategico dell’Italia nel Mediterraneo.
“Il mare viene utilizzato sempre di più dall’economia globale, a partire dal trasporto di materie prime allo sfruttamento delle risorse energetiche. L’Italia è la dodicesima flotta mercantile al mondo, quarta in Europa, la terza flotta di pescherecci in Europa, la prima flotta di traghetti al mondo. Guardando al Mediterraneo il 19 per cento del traffico Marittimo, il 30 per cento del traffico globale di petrolio e il 65 per cento delle risorse energetiche dirette in Europa fanno del nostro mare un elemento vitale per la nostra economia.
Ma noi dobbiamo guardare al Mediterraneo allargato: la presenza di conflitti permanenti che si sviluppano sul mare mettono a rischio l’accesso al mediterraneo tramite Suez. La marina è presente in queste zone da tempo, dalla prima guerra del golfo al contrasto della pirateria in golfo Persico per evitare che le rotte commerciali evitassero Suez circumnavigando l’Africa” ha dichiarato l’Ammiraglio De Giorgi durante la presentazione.In tale contesto l’Italia – proiettata con i suoi 8.000 chilometri di costa al centro del bacino del Mediterraneo – presenta una frontiera terrestre sicura a nord con i Paesi europei ed una “frontiera liquida”, aperta a sud, e costituisce l’anello di raccordo tra l’Europa, l’Africa ed il vicino Oriente, proponendosi, per posizione geografica, cultura e storia – quale referente naturale per i Paesi nord-africani e mediorientali.
In tale prospettiva emerge la rilevanza della Marina Militare, elemento abilitante primario per consentire all’Italia di assumere – sin dal tempo di pace – un ruolo da protagonista nel mantenimento dell’equilibrio in Mediterraneo, a tutela della stabilità dell’area e dei diritti umani nella regione, nonché dei vitali interessi nazionali. Ciò richiede al Paese di disporre di uno strumento marittimo credibile, efficace, adeguatamente dimensionato e dotato di tutte le capacità necessarie a garantire l’assunzione di tale responsabilità.
la gamma dei compiti che la Marina deve assolvere è ampia e diversificata e richiede la disponibilità di uno strumento qualitativamente e quantitativamente bilanciato in tutte le sue componenti e pienamente interoperabile con le Marine Alleate. Il Programma navale d’emergenza scongiurerà la scomparsa della Flotta e garantirà al Paese una Marina ridotta ma bilanciata, a sostegno degli interessi marittimi nazionali.
Ammiraglio De Giorgi: “Questa situazione delinea la “forma” dello strumento navale che serve alla Marina, diverso dalla classe Maestrale, che era dotata di navi più piccole e più veloci, pensate per l’oceano. Il programma navale d’emergenza era articolato in una spesa di 10 miliardi, ridotti a 5,5 per 10 pattugliatori, tre ancora da finanziare e sette già a contratto, una di supporto logistico, una nuova nave anfibia e due unità minori di supporto alle forze speciali”.
Lo speciale EXTRA di RID è dedicato al nuovo strumento navale, con focus sul Programma Navale d’Emergenza ed i nuovi Pattugliatori Polivalenti d’Altura. Sono intervenuti: Dott. Pietro Batacchi – Direttore Responsabile di RID, Ing. Eugenio Po – Capo Servizio di RID, Prof. Germano Dottori – Docente Studi Strategici, LUISS Guido Carli, e Franco Lazzari – Direttore Generale di RID.