A quando l’ampliamento dell’Interporto di Bari?

BARI – Si preannuncia una fase a quinte mobili per l' Regionale della Puglia. Il progetto di ampliamento dell'infrastruttura, infatti, potrebbe incontrare una battuta d'arresto con la revoca del finanziamento regionale. E' quanto emerge in sordina dalla visura del bilancio 2015 appena depositato da FS Logistica: quest'ultima, infatti, è proprietaria dello Scalo Ferruccio ovvero quella struttura sulla cui superficie – pari a circa 190.000 mq – si andrebbe a realizzare l'ampliamento dell'Interporto.

“Il governo regionale – dichiara l'assessore regionale Giovanni Giannini – ha formalmente avviato un procedimento di revoca del finanziamento, ma finchè non sarà completata l'istruttoria non si possono fare previsioni”. Il ruolo della Regione Puglia nell'ampliamento dell'Interporto è dovuto alle procedure espropriative avviate da quest'ultima sull'area dove attualmente insiste lo Scalo Ferruccio: nell'aprile del 2014 le procedure si erano concluse con successo e la Regione Puglia aveva stabilito un indennizzo, a carico di Interporto, pari a 10,4 milioni di euro.

Si legge testualmente nel bilancio di FS Logistiche che “alla scadenza del preliminare di vendita tra le due società, sottoscritto nel dicembre 2014, Interporto non ha provveduto all'acquisto, risultando inadempiente nei confronti di Regione Puglia, che ha successivamente attivato il procedimento di revoca del finanziamento concesso a tal uopo”. In tal senso, FS Logistica, alla luce dei recenti mutamenti, chiede la rimozione del vincolo di esproprio nonché l'intervento diretto della Regione Puglia affinchè quest'ultima provveda direttamente o indirettamente al pagamento dell'indennità. Secondo l'assessore Giannini, “quest'ultima ipotesi è assolutamente impraticabile dato che l'obbligazione di pagamento è stata assunta da Interporto”.

Il progetto di ampliamento dell'Interporto è stato avviato nel 2009 ed era stato incluso nel PON 2007 – 2013: il costo totale dell'operazione ammonta a 150 milioni di euro di cui 90 sono a carico del pubblico. All'inizio del 2014, la Direzione Generale della Concorrenza (Dg Competition) dell'UE non ha ravvisato alcuna illiceità nel piano di aiuti di Stato previsto per l'ampliamento dell'Interporto ma nel tempo si sono condensate numerose criticità di natura burocratica e tecnica. E, dinanzi ad una potenziale perdita dei 135 milioni di euro di fondi comunitari, la Regione Puglia ha deliberato alla fine del 2014 di includere il suddetto progetto all'interno della nuova programmazione comunitaria 2014 – 2020.

Da allora si è discusso tanto di Interporto, dal potenziale arrivo di nuovi investitori tedeschi – Kant Capital Spa – sino alle problematiche bilancistiche della società, culminate ad inizio di quest'anno in una drastica riduzione, da 40 a 17 milioni di euro, del capitale sociale. Il revisore contabile di Inteporto, la società KPMG, non ha certificato i bilanci sociali 2009 – 2013 mentre risulterebbe che quelli successivi non siano stati né approvati né depositati.

Negli ultimi mesi è scesa in campo persino la sezione trasporti di Confindustria Bari, chiedendo lumi sullo stato attuativo del progetto di ampliamento. Attualmente dallo Scalo Ferruccio e dall'Interporto partono circa 40 treni al giorno: gli spazi sono saturi e gli operatori del settore chiedono che il progetto d'ampliamento si realizzi quanto prima.

 

Stefano Carbonara