Basse emissioni di zolfo nel porto di Venezia

VENEZIA – Venice Blue Flag è il nuovo accordo firmato ieri a Venezia, in occasione della Giornata Mondiale della Terra. Cà Farsetti, scenografica casa comunale della Serenissima, ha fatto da cornice alla sottoscrizione dell’impegno con cui 34 compagnie di navigazione utilizzeranno, a partire dai prossimi giorni, combustibili puliti con un livello di zolfo estremamente basso e di gran lunga inferiore rispetto alle normative vigenti.

L’accordo, peraltro patrocinato dalla Capitaneria di Porto e dall’, durerà per tutto l’anno in corso: le compagnie di navigazione firmatarie si impegnano a far funzionare i motori principali ed ausiliari delle navi con combustibile per uso marittimo con tenore di zolfo non superiore allo 0,1 % in massa non solo all’ormeggio, ma anche durante la navigazione e le fasi di manovra all’interno del porto di Venezia, dalla bocca di porto di Lido lungo i canali lagunari marittimi cittadini.

L’utilizzo di combustibile a minor rappresenta la misura più efficace per l’abbattimento dei c.d. inquinanti atmosferici derivanti dal traffico navale crocieristico: secondo uno studio condotto congiuntamente da Arpav, Cnr e Università di Venezia l’accordo di ieri dovrebbe condurre ad una riduzione del 2% per Nox, ossidi di azoto, del 46% per PM, polveri e del 91% per SO2, anidride solforosa.

“Grazie a questo accordo – ha spiegato Claudia Marcolin, Segretario generale dell’Autorità portuale veneziana – il nostro porto sarà il porto passeggeri più green d’Italia e d’Europa. Inoltre – ha precisato – il beneficio in termini di minori esternalità negative calcolate sulle emissioni ammonterà a circa 2 milioni di euro”.
Secondo Simone Venturini, Assessore allo Sviluppo economico del comune veneziano, “la firma del protocollo costituisce una risposta vera ed efficace alle critiche di chi lancia grida d’allarme basandosi su dati che non hanno riferimenti normativi né metodiche di rilevazione validate. Anche in questa occasione siamo qui per ribadire al Governo l’urgenza di prendere una decisione utile sul progetto Tresse Nuovo, l’unica soluzione alternativa che Comune e Porto, insieme, hanno individuato per spostare le navi dal bacino di San Marco. E’ inoltre fondamentale riprendere in mano la questione delle limitazioni delle 96mia tonnellate poste dal decreto Clini Passera che di fatto hanno impedito alle navi più moderne, più sicure e meno inquinanti di entrare in Laguna”.
Le misure adottate nel porto di Venezia anticipano quelli che sono gli orientamenti in tema ambientale previsti dall’Imo nonché dall’Unione Europea. A partire dallo scorso anno, infatti, è stato fissato un tetto massimo, pari allo 0,1 %, delle emissioni di zolfo nelle c.d. aree Seca ovvero Nord Europa e Mare del Nord, Nord America e Canada, così come stabilito dall’allegato VI della Convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento da navi (Marpol 73/78 ndr.).

Nelle restanti aree c.d. non Seca, come il Mar Mediterraneo ad esempio (sebbene si stia discutendo di un possibile ingresso nell’area Seca), le emissioni di zolfo a partire dal 2020 non dovranno essere invece superiori allo 0,5%. Il combustibile a basso tenore di zolfo rappresenta una dei grimaldelli per il rispetto di tali prescrizioni sebbene un utilizzo intensivo dello stesso lo renda particolarmente esoso per gli armatori. Le altre due soluzioni al momento esistenti sono date, rispettivamente, dal gas naturale liquido e dai dispositivi scrubber, quest’ultimi adottabili su ogni tipologia di nave.

 

Stefano Carbonara