ROMA – Nelle scorse ore la Conferenza Unificata e la Conferenza Stato-Regioni hanno approvato il decreto sulla riorganizzazione delle autorità portuali e il piano strategico della portualita’ e della logistica. Nel corso dell’esame, su richiesta di alcune regioni, è stato approvato all’unanimita’ un emendamento con il quale “si conferma, in fase transitoria e per un periodo non superiore a 36 mesi dall’entrata in vigore del decreto, l’autonomia amministrativa di Autorità Portuali gia’ costituite ai sensi della legge 184”.
Si tratta di una facoltà concessa alle regioni che riterranno opportuno utilizzarla e, come ha sostenuto lo stesso Ministro Delrio, un forma di ulteriore rispetto dell’autonomia delle stesse regioni e delle loro comunità locali, che dovrà essere impiegata per meglio e più puntualmente valutare le procedure da seguire per gli accorpamenti di alcune autorità portuali.
Per accedere a tale moratoria, di massimo 36 mesi, le regioni che vorranno farvi ricorso dovranno formalizzare motivata richiesta al Ministero dei Trasporti il quale, a seguito di adeguata valutazione, potrà di conseguenza proporre uno specifico decreto del Presidente del Consiglio.
Il nostro auspicio è che anche la Regione Puglia, come già annunciato da alcune regioni in queste ore (dalla Campania alla Sicilia alla Liguria), si attivi immediatamente per cogliere tale opportunità: allo scopo, non solo e non tanto, di poter garantire ancora qualche anno di autonomia alle attuali autorità portuali pugliesi interessate al processo di accorpamento (a cominciare da Brindisi) ma, soprattutto, per provare a costruire quelle condizioni politiche e istituzionali che nei mesi scorsi sono mancate facendo fallire la proposta iniziale del Governo, ovvero la istituzione di un’unica Autorità di sistema del basso Adriatico e dello Ionio.
Una proposta che, continuiamo a pensare, sia la soluzione più solida e lungimirante ovvero la prospettiva più ambiziosa e pienamente rispondente alla filosofia della riforma, rivolta alla piena e funzionale integrazione e valorizzazione di tutti i porti pugliesi.
Questa è la vera scommessa che, confidiamo, il Presidente Emiliano vorrà fare propria, con un impegno esplicito e diretto su cui misurare la modernità e la lungimiranza dei vari amministratori, istituzioni e operatori che andranno coinvolti da subito in un confronto ampio su una riforma decisiva per la competitività del sistema paese e che la Puglia merita di declinare con una visione ambiziosa.
Se, invece, a prevalere dovessero ancora essere le “differenze”, anziché le volontà di “integrazione”, tale scommessa sarà persa a vantaggio di legittimi ma del tutto anacronistici interessi dei singoli territori, riproducendo errori e scelte di corto respiro di cui pagherà il prezzo l’intera Puglia.