ROMA – Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Matteo Renzi e del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, ha approvato (in esame preliminare), di recente, un decreto legislativo di attuazione delle direttive 2014/23UE, 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014, sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori speciali dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché sul riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.
L’Italia, come si dice, volta pagina, per cui il nuovo codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione, si presenta come una sola legge sorretta dalle linee guida Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC) con una “cabina di regia”. La volontà politica del Governo Renzi si esplicita nei proposti criteri di semplificazione, snellimento, riduzione delle norme in materia.
Qualità di progetto esecutivo da mettere a gara dovrà essere accompagnato dalla qualità di operatori economici e con una gara certa e di qualità; come pure certezza dei tempi e delle risorse, limite alle varianti. Per la prima volta, il nuovo Codice, come richiesto dal legislatore europeo, affronta l’istituto della concessione e delle concessioni autostradali in modo organico: “ le concessioni sono contratti di durata – ha sostenuto il Ministro Delrio – caratterizzati dal rischio operativo in capo al concessionario”. Nella bozza del regolamento era sottintesa una clausola che se la concessione non garantisce occupazione, piani d’impresa e investimenti, la stessa dovrebbe essere più facile da revocare.
Inoltre, le opere in concessione potrebbero essere a carico del concessionario subentrante, con «un indennizzo – si legge nell’ultima bozza di luglio della riforma dei porti – corrispondente al valore commerciale o del costo di rimpiazzo dei beni». Naturalmente, le concessioni già in essere si adegueranno entro 24 mesi dall’entrata in vigore del Codice. Tale regolamento, il cluster marittimo, lo aspetta da 21 anni ed ora che ha ricevuto il parere favorevole dal Ministero dell’Economia andrà al Consiglio di Stato.
Abele Carruezzo