GINEVRA – Per l’OPEC diventa non rinviabile il tentativo di affrontare la sovrabbondanza di petrolio sul mercato senza tagliare l’alimentazione ai Paesi soci e non; il tutto dipenderà da una mediazione con l’Iran se intende limitare le sue esportazioni. L’impegno dell’OPEC è quello di una produzione “congelata” ai livelli attuali; impegno/proposta portato avanti dal Ministro all’energia venezuelano, Del Pino, durante la sua ultima visita ai paesi produttori di petrolio, quali la Russia, l’Iran, il Qatar e l’Arabia Saudita.
I Paesi produttori di petrolio, pur condividendo tale proposta, si dovranno confrontare con l’Iran, riluttante su una simile proposta di congelare le produzioni, in quanto è fortemente impegnato a recuperare la quota di mercato che ha perso durante le sanzioni, imposte nel 2012 a causa del suo programma nucleare; sanzioni poi revocate nel mese di gennaio scorso.
Intanto, le mediazioni vanno avanti, ed il ministro del Venezuela è disposto per una conferenza operativa da tenersi entro il prossimo giugno dell’OPEC per cercare di garantire una produzione, tagliata/congelata, tale da garantire la normale fornitura di greggio ai paesi aventi bisogno. Potrebbe essere questa una soluzione temporanea, capace di limitare e stabilizzare l’offerta di petrolio sul mercato e di stabilizzare il prezzo che è stato il più basso in questi ultimi 12 anni, registrato in questi ultimi giorni (27,10 $ al barile). Soluzione che ha bisogno di una forte volontà per essere praticata sia da parte del gruppo OPEC che degli altri non soci.