LIVORNO – Il primato sui container; la crescente importanza del traffico dei rotabili; i tassi occupazionali in crescita e un porto di nuovo attore nello scacchiere internazionale: il commissario Gallanti, in una conferenza stampa organizzata stamani a Palazzo Rosciano, rivendica i risultati raggiunti in questi anni, e lo fa ponendo l’accento su un porto, quello di Livorno, che ha finalmente riacceso il motore e punta la prua verso nuovi traguardi.
«Se il 2015 è stato l’anno del Piano Regolatore Portuale e della prima fase della Piattaforma Europa, il 2016 sarà l’anno dei rotabili», dichiara il segretario generale dell’APL, Massimo Provinciali, che aggiunge: «i Ro/Ro rimangono il traffico quantitativamente più importante per il nostro porto, che – lo dimostrano gli ultimi episodi – è diventato troppo piccolo per le esigenze di armatori come Moby e Grimaldi».
Ecco perché diventa prioritario offrire nuove risposte e soluzioni. Quali? Provinciali lo dichiara apertamente: «Dobbiamo puntare a realizzare anche il secondo modulo della Piattaforma Europa, che prevede di destinare il terrapieno Nord alle autostrade del Mare. Si tratterebbe di una infrastruttura molto più facile da realizzare rispetto a quella dedicata ai container: in fin dei conti, i rotabili hanno bisogno di poco: basta un accosto poppiero e uno spazio per parcheggiare i trailer».
«Gli anni che seguono – afferma Gallanti – saranno fondamentali per il nostro scalo». L’avvocato dei moli lo mette in evidenza guardando non soltanto alla partita della Piattaforma Europa – una partita delicata, che ha nel bando di gara appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il suo punto chiave, e che vede Livorno impegnata in uno dei project finincing più importanti della storia recente -, ma anche prendendo a riferimento il consuntivo dei traffici dell’anno appena passato, di cui il responsabile Ufficio Analisi Economiche e Statistiche, Saverio Failli, ha fornito stamani un resoconto dettagliato.
Si tratta di consuntivo tutto giocato sulle differenze tra i volumi di traffico del 2015 e quelli totalizzati nell’anno dei record, il 2008: «È vero – ammonisce Gallanti – che il 2008, specialmente per il Terminal Darsena Toscana, è stato un anno irripetibile, ma è anche vero che quei risultati furono pesantemente condizionati dal blocco delle operazioni al Vte di Voltri, causato dal malfunzionamento del sistema informatico Vte Cosmos».
Anche l’incidenza delle operazioni di transhipment sulla movimentazione totale, che nel 2008 risultava pari al 10,5% e che sette anni dopo è arrivata a pesare per un quarto del totale dei container sbarcati e imbarcati, va vista alla luce dei risultati raggiunti in questo comparto. L’ex presidente del Porto di Genova indica ancora una volta i dati statistici: «Se escludiamo i trasbordi – afferma – abbiamo movimentato 584 mila Teus, quasi 64 mila in più rispetto al 2014. Con riferimento ai contenitori pieni, abbiamo movimentato 190mila Teus nello sbarco e quasi 243 mila nell’imbarco. Dietro alle quinte di queste performance non c’è nessun influsso astrale, ma un porto che sta tornando a crescere».
E, poi, rimanendo sempre in tema di transhipment, chi lo ha detto che il trasbordo dei container dalle grandi navi oceaniche su unità più piccole per i servizi regionali sia un’attività di poco conto? Il commissario dell’APL cita ad uno ad uno tutti i principali porti europei, a partire da Valencia, le cui operazioni di trasbordo pesano per più del 50% del totale.
Infine – aggiunge Gallanti – la crescita del traffico di transhipment non è che la conseguenza del gigantismo navale: «gli armatori hanno poca scelta, perché hanno pochi scali dove andare, gli altri dovranno obbligatoriamente essere serviti dalle navi feeder, le cui dimensioni stanno comunque aumentando».
E a proposito di dimensioni, il numero uno del Porto di Livorno sottolinea come rispetto al 2008 siano arrivate 235 navi in più con una capacità di carico dai 4mila ai 7500 teus: un dato, questo, che per il commissario dell’APL dimostra meglio di ogni altra cifra fino a che misura lo scalo abbia saputo adattarsi alle esigenze degli armatori, «mettendo mano a investimenti milionari per modernizzare le infrastrutture esistenti e facendo sì che, pur con tutti i limiti fisiologici di cui risente il porto, diventasse possibile accogliere unità navali di dimensioni comunque consistenti».
Infine, un’ultima riflessione sulla movimentazione complessiva dei traffici e le 32.7 mln di tonn. di merce totalizzate nel 2015: «Soltanto nel 2008 e nel 2010 siamo riusciti a superare la quota delle 30 mln di tonn. di merce- conclude Gallanti – Quest’anno siamo tra i porti che sono cresciuti di più: in Italia solo Venezia ha avuto tassi di crescita simili ai nostri».