LIVORNO – Lo strumento c’è già. A fornirlo è la legge n.33 del 2009. C’è anche il benestare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, cui i vertici dell’Authority di Livorno avevano chiesto il via libera per poterlo applicare alle realtà del mondo portuale. E stamani è arrivato anche l’ok da parte delle imprese che si occupano di Ro/Ro, ovvero dei traghetti merci che sbarcano e imbarcano veicoli gommati.
Il Lucarelli Terminal, LTM e Sintermar, convocati a Palazzo Rosciano per una importante riunione sul tema del “polo unico dei rotabili”, hanno infatti rilasciato un consenso di massima, dicendosi disponibili ad iniziare insieme un percorso che, al termine di una serie di approfondimenti, dovrebbe portare alla stipula di un contratto di rete.
Si tratta di un istituto innovativo nel nostro sistema produttivo e definisce un modello di collaborazione tra imprese che permette ai soggetti coinvolti di realizzare progetti ed obiettivi condivisi, incrementando la capacità innovativa e la competitività sul mercato. Applicato al porto, il contratto di rete consentirebbe ai tre operatori portuali di prestarsi mutuo soccorso, di condividere servizi e addirittura infrastrutture, avendo, in linea teorica e secondo modalità tutte da definire, ciascuno la possibilità di “operare” nelle aree assentite in concessione all’altro quelle navi che, per motivi vari (mancanza di spazi, sovrapposizione di due o più servizi lungo una stessa rotta, etc), non potessero essere lavorate nelle propria concessione demaniale.
«Condividiamo l’impostazione politica che ha portato l’Autorità Portuale a formulare la proposta – ha dichiarato per conto di Sintermar Corrado Neri – ci rendiamo partecipi di questo percorso per approfondire insieme tutti gli aspetti tecnici e operativi del contratto di rete».
Dello stesso tenore gli interventi dei rappresentanti delle altre imprese. «Sposo l’idea del commissario Gallanti e mi riservo di sottoporla al cda di LTM – ha dichiarato uno dei consiglieri della società Livorno Terminal Mediterraneo, Fabio Selmi, presentatosi all’incontro assieme a Francesco Conti -; la parte operativa e tecnica va organizzata in maniera approfondita. Questo è il primo tavolo, dovranno chiaramente seguirne altri».
Anche Cristiano Lucarelli e Roberto Piccini, in rappresentanza di LTL, hanno confermato di non avere alcuna preclusione nei confronti della proposta fatta dall’Authority. «Vogliamo dare un contributo di sviluppo al porto – ha detto Piccini – ma alcune questioni giuridiche vanno affrontate sin da ora e vanno disciplinate le modalità di interscambio di lavoro tra un operatore e l’altro».
A detta del commissario dell’Autorità Portuale di Livorno, Giuliano Gallanti, questa prima intesa tra gli operatori è assai importante perché rappresenta l’inizio condiviso di un processo che dovrà giocoforza condurre alla realizzazione di un Polo unico dei rotabili: «Ce ne rendiamo conto: siamo soltanto all’inizio di un percorso che necessiterà di più fasi di lavoro e di altri incontri per definirsi in ogni suo aspetto, ma siamo contenti di avere le imprese dalla nostra parte. Avere un gruppo coordinato nell’ambito dei Ro/Ro rafforza il porto e lo rende più competitivo».
Soddisfatto dell’intesa raggiunta anche il segretario generale Massimo Provinciali, per il quale la riorganizzazione più efficiente degli spazi dedicati ai rotabili è da sempre una delle priorità del Piano Regolatore Portuale e del P.O.T. 2013/2015: «L’APL ha fatto da battistrada a livello nazionale nell’introduzione di molti cambiamenti, come dimostrano l’ingresso dell’Autorità Portuale nella compagine sociale dell’at.17 del porto, l’ALP, e le soluzioni innovative introdotte nella stesura del Prp, che hanno indotto il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ad aggiornare le linee guida per la redazione dei piani regolatori portuali risalenti al 2004. Oggi possiamo essere il primo porto in Italia ad applicare lo strumento del contratto di rete».
Il primo round si è concluso, quindi, nel migliore dei modi. A breve si formerà un gruppo di lavoro coordinato che coinvolgerà i tecnici delle tre imprese e i funzionari dell’Authority. L’obiettivo: riempire di contenuti il contratto di rete.