VENEZIA – Sono sempre più stretti i rapporti marittimo/commerciali tra Venezia e l’Albania grazie all’iniziativa dell’International Propeller Club Port of Venice che nella prossima primavera sarà il “padrino” del Port of Tirana avviando così una sempre più stretta collaborazione tra la Repubblica delle Aquile e la Serenissima in tema di trasporti e di interscambio commerciale.
Dopo l’incontro a Venezia dello scorso anno tra il primo ministro Edi Rama e il presidente del Propeller veneziano Massimo Bernardo nel quale fu annunciata e concordata la missione economico/culturale del Club a Tirana ,prevista per la prossima primavera, prosegue oggi il complesso iter che, grazie alla collaborazione dell’Ambasciata d’Italia a Tirana e all’ICE , sarà in grado di sviluppare un nuovo “seabridge” tra le due coste dell’Adriatico.
Ed è stato questo il tema di fondo affrontato nel corso del charter night del sodalizio veneziano partecipato dai più qualificati esponenti dell’economia marittima e del trasporto della regione.Dopo una breve introduzione del presidente dell’Associazione che ha ricordato come “Questa nostra iniziativa si configuri con l’internazionalizzazione del Porto di Venezia verso mercati strategici per l’interscambio culturale ed economico col mondo balcanico”, relatrice della serata è stata la professoressa Lucia Nadin (n.d.r. già docente di letteratura italiana all’Università statale di Tirana e responsabile di funzioni extra accademiche presso l’Ambasciata d’Italia e autrice di numerosi volumi che hanno ricostruito le storiche relazioni tra le due sponde del’Adriatico ecc.ecc.).
“La toponomastica veneziana recita ancor oggi i secolari i rapporti tra Serenissima e Albania, accertati fin dal Medio Evo; rapporti di mercatura, scambi di uomini e di idee, basti pensare alla presenza in Albania di francescani e benedettini già a fine Duecento.L’Adriatico, Il “Lago” di Venezia, ha ospitato moltissimi patrizi veneti che mettono basi sulla costa di Albania, che, terra di mezzo tra Oriente e Occidente, diventa ponte per i loro commerci verso più lontane mete, dagli Zorzi ai Priuli ai Contarini, per citare solo qualche nome”.
Continueranno nei secoli successivi i rapporti commerciali di Venezia con l’Impero ottomano, come ricorda ancor oggi a Venezia il Fondaco dei Turchi . Fiorente fu sempre, nei secoli, il commercio nel settore del tessile, con la rinomata lana scutarina; forte dall’Albania fu l’esportazione di granaglie e di legname.
Nei primi decenni del Novecento c’è una nuova stagione di interesse per l’Albania, anche da parte veneziana (vedi Giuseppe Volpi conte di Misurata), si infittiscono gli studi sulla realtà del “Paese di fronte” (vedi Istituto Studi Adriatici).Poi l’occupazione italiana nel 1939, la guerra, la chiusura dell’Albania al mondo sotto Enver Hoxha, i drammatici sbarchi degli anni novanta del secolo scorso.
L’Albania oggi guarda verso l’Europa e verso Venezia in particolare in particolar modo per avviare nuovi rapporti economici soprattutto nel settore dell’energia, del commercio e del turismo con peculiare attenzione a quello nautico per il coast to coast.
“E’ proprio attraverso il nuovo “seabridge” che il Port of Venice porterà knowhow e nuove opportunità di sviluppo a tutti quegli operatori di terra e di mare che costituiranno il nuovo Club di Tirana- ha concluso il presidente Bernardo – non tanto per ripercorrere ai giorni nostri la storia della Serenissima nel Mediterraneo quanto invece per attivare nuove opportunità di lavoro e di reciproca collaborazione”.