ICS: obiettivi di riduzione di CO2 superiori a quelli dei vari Governi

LONDRA – In anticipo sulla Conferenza sul clima che si terrà a Parigi la prossima settimana, le Nazioni Unite (Climate Change Conference UNFCCC) ha pubblicato un report di sintesi in cui si analizza l’impatto degli impegni assunti da 146 nazioni per ridurre le .

Tali impegni è scritto nella relazione dovrebbero ridurre entro il 2030 le emissioni pro-capite di CO2 di appena il 5% rispetto al 2010. Molto poco rispetto agli impegni che le società di armamento di navi si sono dati da oltre dieci anni. Infatti, l’International Chamber of Shipping (), nel suo ultimo comunicato, afferma che le misure di riduzione di CO2, tra l’altro già vincolanti in quanto adottate dall’IMO, combinate a sistemi efficienti di propulsione navale nell’utilizzo di carburanti green presenti a bordo di navi mercantili in tutto il mondo, hanno permesso di realizzare risultati ben più ambiziosi rispetto agli impegni che i vari Governi si sono assunti.

Sostanzialmente lo shipping mondiale ha già ridotto la sua totale gamma delle emissioni di CO2 di oltre il 10% (2007-12), nonostante la continua crescita del commercio marittimo; e la riduzione di CO2 per tonnellata di carico trasportato per un chilometro è stata di circa il 20% negli ultimi 10 anni. La tonnellata-km ​​è considerata una misura trasportistica accattata come termine di paragone con la emissione pro-capite.

Per il futuro, l’IMO richiede che tutte le navi costruite dopo il 2025 siano almeno il 30 per cento più efficienti nei consumi; e per un cambiamento climatico di 2° centigradi, come obiettivo delle UN, il mondo dello shipping si è impegnato a ridurre le emissioni di CO2 per tonnellata-km di almeno il 50% prima del 2050. Ed ancora, l’International Chamber of Shipping afferma che i livelli più elevati di riduzione delle emissioni di CO2 rispetto a quelle che l’intero mondo industriale si è dato, sarebbero incompatibili con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite ed in contrasto con il miglioramento continuo degli standard di vita e con l’aumento della popolazione mondiale.

L’UNFCCC riconosce che le nazioni in via di sviluppo e quelle sviluppate devono accettare diversificati impegni di riduzione delle emissioni di CO2; soprattutto in considerazione del ruolo fondamentale del trasporto internazionale nel movimentare circa il 90% del commercio mondiale. Dalla prossima settimana, certamente la Conferenza di Parigi segnerà una svolta tecnica per la gestione dell’intera filiera dei trasporti e della logistica e non solo per lo shipping.

 

Abele Carruezzo