SAVONA – Ieri a Vado è stato varato il primo cassone prodotto dall’impianto galleggiante, denominato DARIO, di proprietà della Grandi Lavori Fincosit, l’impresa che sta costruendo la piattaforma multipurpose. Nonostante l’ostacolo rappresentato dalle avverse condizioni climatiche a causa del forte vento, l’enorme parallelepipedo in cemento armato si è staccato perfettamente dalla “gabbia” in cui è stato costruito in circa tre settimane.
Il cassone che è stato varato, (dimensioni in pianta di 32 m x 22 m ed in altezza di 19 m, l’equivalente di un palazzo galleggiante di sei piani), è considerato il numero “zero” della serie di oltre cinquanta cassoni che il DARIO sfornerà esclusivamente per la realizzazione del basamento della piattaforma di Vado Ligure, ma è il numero 2.562 di quelli ad oggi prodotti a partire dal 1935 da Grandi Lavori Fincosit.
Posto sulla testata della diga foranea del porto di Vado Ligure, l’impianto è tra i più grandi al mondo per la produzione di cassoni cellulari ed è stato concepito, progettato ed in parte realizzato a Taranto direttamente da GLF.
L’impianto è lungo 46 metri e largo 38, con un’altezza di circa 56 metri, 51 dei quali sopra il livello del mare. Costruito con le più avanzate tecnologie esistenti, permette la prefabbricazione di cassoni fino ad oltre 27 metri di altezza. Dario è composto da una grossa base-vascone di cemento armato sulla quale sono montate sei torri in acciaio, al di sopra delle quali sono posizionati quattro carroponti, una gru e due bracci pompanti per la distribuzione del calcestruzzo.
Ai carroponti viene agganciata la cassaforma per i getti di calcestruzzo dei cassoni, per tramite di opportuni bilancini. L’impianto può arrivare a realizzare anche contemporaneamente due cassoni lunghi 28 metri e alti fino a 27 metri. Una volta a regime, sarà in grado di produrre anche tre cassoni al mese, a seconda della tipologia richiesta dal progetto dell’infrastruttura. Tecnicamente, una volta terminati, i cassoni saranno affondati singolarmente prima introducendo acqua all’interno delle celle, poi zavorrandoli definitivamente con materiale terroso per la loro messa in sicurezza.
Una cinquantina gli operai altamente specializzati sono attualmente impiegati sui mezzi galleggianti dalla Grandi Lavori Fincosit, numero che potrebbe aumentare ancora quando sarà raggiunto il picco della produzione.
“Il varo del primo cassone rappresenta l’inizio dell’ultima fase significativa del cantiere e, a seguito anche della formalizzazione dell’ordine di acquistodelle gru da parte di APM la scorsa settimana, disegna il piano operativo che prevede l’arrivo della prima nave a Vado nella primavera del 2018”, ha spiegato il presidente dell’Autorità Portuale Gian Luigi Miazza.
Miazza, insieme all’ingegnere capo dell’Autorità Portuale Flavio Destefanis, ha sottolineato come l’impianto realizzato da GLF sia il più grande in Mediterraneo e probabilmente in Europa. “L impianto di Vado Ligure è di altissimo valore tecnologico e ricopre anche il ruolo di vetrina internazionale dell’eccellenza produttiva italiana nel settore”.
Fincosit ha infatti sviluppato da oltre 50 anni una tecnologia per la prefabbricazione dei cassoni in mare, su bacini galleggianti che vengono affondati via via che procede la costruzione del manufatto. “Siamo orgogliosi di partecipare a questo progetto che è tra i più importanti esempi di partnership – tra pubblico e privato – in ambito italiano. – ha dichiarato l’ing. Salvatore Sarpero, Direttore Generale di GLF – Noi crediamo che, nel nostro Paese delle idee e dei sognatori, si riuscirà, con un’avventura imprenditoriale del genere, a generare ricchezza e benessere, che siano duraturi pure nel rispetto irrinunciabile della sicurezza per le maestranze interessate e dell’ambiente da sempre preservare”.