La sicurezza della navigazione: il caso della portacontainer EL FARO

USA – L’industria dei è presa in una tenaglia dalle due maggiori preoccupazioni degli operatori: Efficienza e Costi. Tutto il resto è consequenziale; a questi due parametri principali si adeguano Norme, Regolamenti, Codici, Bilanci, Previsioni, Progetti, ecc. ciascuno dei quali con le proprie argomentazioni, punti di forza e punti di debolezza.

Il caso della portacontainer “”, al netto delle scarsissime notizie ancora disponibili e nella quasi certezza della scomparsa della nave con tutti i membri dell’Equipaggio 28 americani e 5 polacchi, ci dimostra, che nel 2015 una nave scompare in un cabotaggio, lungo le coste del principale Paese industriale del mondo.

Quello che appare incredibile è la dinamica: Si conosceva la traiettoria dell’uragano, si conosceva la sua intensità, si conosceva l’età della nave (40  anni)……. non si conosce la reale efficienza della nave, che al di là delle ispezioni di Registro e relative certificazioni dimostrano in maniera evidente e continuativa che tali enti non rispondono più ai crismi di affidabilità (come per il Prestige ed altri ancora).

Non si capisce ancora che strumentazione Gmdss avesse a bordo è perchè al di là delle comunicazioni in fonia, che avvisavano la di un black out e di imbarco acqua, nessun segnale di Distress, o tramite Epirb o Sart abbiano potuto aiutare nelle ricerche della nave e dei naufraghi!

Queste prime osservazioni, a caldo, non allontanano molti sospetti, ed osservazioni di carattere operativo, (chi ha “imposto” quella rotta al Comandante?) per quale motivo la supposta autonomia del Comandante nella gestione della Navigazione, Sicurezza, Security, seppur sanciti da tutte le norme e regolamenti nazionali ed internazionali, viene continuamente “annacquata ” da scelte altrui?

I servizi di Weather advice nell’ottimizzazione delle rotte, stanno diventando letali come tanti Piloti, più croce che delizia per i Comandanti che tuttavia devono fare il “Passage Planning”.. Troppe cose non vanno, a cominciare dall’autorevolezza dei comandanti, continuamente erosa  anche in virtù di una reale e concreta diminuzione delle competenze professionali.

Ogni qualvolta succede un incidente , un Sinistro marittimo di tali dimensioni ci si sveglia da un torpore, ripromettendosi che sarà l’ultimo, ma così non è!

Quando si vorrà capire che le Risorse Umane sono il vero strumento di efficienza e sicurezza e fulcro di ogni attività lavorativa, sia industriale che economica ; ancor più in un settore estremamente complesso e rischioso come la navigazione marittima?
Quando l‘IMO smetterà di fare commercio con gli attuali costi proibitivi di pubblicazioni, Convenzioni, Model courses, ed altri strumenti informativi e statutari?

Quando i Governi capiranno che se si vuole assicurare efficienza e sicurezza del trasporto dell’80% dei beni di consumo , materie prime , manufatti, merci e dell’efficienza dei trasporti e benessere dei popoli devono salvaguardare un Cluster che necessita di adeguate e specifiche necessità?

Invece di spendere milioni di euro nella ricerca di tecnologie per la gestione senza uomini di navi sempre più complesse, i governi si adoperino affinchè gli equipaggi siano addestrati, formati e certificati in maniera coerente, attraverso un sistema pubblico privato che non lasci spazio a operazioni di facciata, di convenienza , assumendo, una volta per tutte il concetto che la formazione  professionale sia un compito , un onere dei governi, al pari di tutte le misure che i Sindacati richiedono per il personale delle attività lavorative a terra!

 

Simone Quaranta