GENOVA – Si è parlato di turismo costiero e marittimo, settore in cui la nautica ha un ruolo fondamentale e di come riuscire a integrare i porti con il territorio retrostante troppo spesso separati tra loro. Di come far rientrare nei nostri porti i 40.000 diportisti fuggiti a causa della legge Monti.
Hanno aperto i lavori Carla De Maria, presidente di UCINA Confindustria nautica e Francesca Barracciu, sottosegretario ai Beni e Attività Culturali e Turismo.
È per noi un’enorme soddisfazione – ha dichiarato Carla De Maria – che anche oggi, a questo convegno sul turismo, siano presenti le istituzioni, è la dimostrazione che abbiamo ripreso un dialogo costante con loro. Siamo un comparto che partecipa significativamente alla costruzione del PIL, tutta la filiera nautica e non solo le grandi aziende, e ora è chiaro quanto valiamo.”
“La necessità di approfondire la frequentazione di questo mondo mi ha fatto abbattere molti dei pregiudizi secondo cui questo settore era solo dei ricchi e per i ricchi e quindi non aveva bisogno delle attenzioni delle istituzioni – ha affermato Francesca Barracciu proseguendo – Questo comparto, invece, crea economia e ricchezza, crea posti di lavoro e necessita dell’intervento nel Governo. Noi abbiamo il dovere di fare le leggi che servono per consolidare la crescita che si registra oggi. Da parte nostra lavoriamo per rendere strutturale, almeno fino a quando sarà necessario, l’Iva al 10% per i marina resort”.
Alla tavola rotonda che è seguita hanno partecipato Renzo Iorio, Presidente Federturismo, Paolo Provasoli, Invitalia – Progetto Signa Maris, Claudia Marmorato, Director of business development Italy – Cruise Lines International Association, Roberto Perocchio, Presidente Assomarinas, Gian Marco Ugolini coordinatore scientifico dell’Osservatorio nautico nazionale dell’Università di Genova. Ha moderato l’incontro Simone Spetia di Radio 24 – Il Sole 24 Ore.
I numeri esposti da Gian Marco Ugolini hanno tracciato il profilo del comparto e sottolineato, ancora una volta, quanto è costata la legge Monti – 40.000 imbarcazioni fuoriuscite dai nostri porti, un calo del 35% del transito, la perdita di 10.000 posti di lavoro diretti e indiretti – e quali i margini di recupero se si riuscisse a riportare in Italia i 40.000 fuoriusciti – 11.667 nuovi posti di lavoro e 488.000.000 euro di recupero.
Riqualificare l’Italia nautica al centro del Mediterraneo è la sfida più importante, Iil porto deve diventare la porta di accesso al territorio che ci sta dietro” ha sottolineato Paolo Provasoli che ha presentato il progetto Signa Maris, realizzato con fondi Ue dall’Organismo intermedio del Ministero beni culturali e turismo. Trentotto marine hub, fra i 106 approdi del sud, sono state messe in rete tramite sito e applicazioni smartphone estati messi in evidenza itinerari turistici che si sviluppano proprio a partire dai porti.
Anche per il comparto delle navi da crociera il territorio a monte dei porti è oggi fondamentale, Claudia Marmorato ha puntualizzato che “in questi anni il turismo è diventato più ricercato. Dalle nostre barche da crociera portiamo turisti da Genova fino a Milano e Venezia per esempio. Per dare un’idea di quanto vale questo flusso basta dire che la chiusura di Venezia alle navi da crociera è costato a tutta la regione adriatica 113.000000 di euro di spesa.”
Renzo Iorio di Federturismo dichiara: “Il turismo non ha mai considerato a fondo il mare e il diporto. La prospettiva di guardare, vivere la costa e il territorio dal mare è una riflessione imprenditoriale ed economica recente. È fondamentale valorizzare il sistema. E l’Iva al 10% dei marina resort è una misura importante per poter lavorare a una crescita duratura.”
“I porti sono imprese turistiche e le imprese fanno rete se c’è convenienza – queste le parole di Roberto Perocchio – L’Italia può diventare e diventerà una delle aree più ricettive dal punto di vista del turismo nautico. La realtà dei porti vede una crescita di 20.300 posti barca in Italia anche in questi anni di crisi; 19.400 sono i futuri posti barca di cantieri aperti, sonnolenti, sospesi. E ci sono ancora molte aree dismesse lungo le coste italiane dove ci sono progetti in discussione e in cui si potrebbero recuperare altri 50.000 posti barca.”