Trivellazioni in Adriatico: a Termoli il summit delle Regioni in difesa del mare

TERMOLI – Il presidente della Regione Puglia Michele ha partecipato oggi a Termoli al summit delle Regioni italiane mobilitate contro le trivellazioni nel mar Adriatico e Ionio insieme ai governatori dell'Abruzzo, Luciano D'Alfonso, della Basilicata Marcello Pittella, del Molise, Paolo di Laura Frattura, alla  vicepresidente delle Marche, Anna Casini, all'assessore all'ambiente della Calabria, Antonella Rizzo, al sindaco di Termoli Angelo Sbrocca e all'europarlamentare della Croazia, Ivan Jakovcic. Presenti anche gli assessori all'ambiente di Abruzzo, Molise e Basilicata.

“Chiediamo – ha dichiarato Emiliano – che il governo, prima di prendere decisioni così impattanti, attivi un sistema di consultazione delle regioni anche quando utilizza lo . Se questo dialogo non dovesse partire siamo qui per valutare l'opportunità di partecipare alla raccolta delle firme per l'abrogazione dello Sblocca Italia. Andare a cercare il petrolio nell'Adriatico e nel mar Ionio è una follia. Una follia dal punto di vista ambientale ed economico, visto che verrebbero impiegate tecniche molto invasive  come quella dell'air gun, un cannone ad aria compressa,  per trivellare il fondale marino, con possibili gravi conseguenze sulla fauna e sulla flora marina.

Trivellare  il Mediterraneo – forse sulla base di ricerche fatte molti anni fa – alla ricerca di un petrolio tendenzialmente di bassa qualità, è un'operazione contraddittoria rispetto agli impegni che l'Italia e molte altre nazioni del mondo hanno preso per la riduzione delle emissioni di Co2 nell'atmosfera.

“È una follia anche perché il nostro è un mare chiuso, con ecosistemi molto delicati,  sul quale si affacciano le economie di tutto il bacino dell'Adriatico legate al turismo. Le nostre sono terre ad altissima densità turistica che rischiano di essere compromesse anche dal punto di vista dell'immagine. Trasformare questa parte meravigliosa del Mediterraneo in un bacino petrolifero è un delirio.

“Chiediamo di essere ascoltati. Se lo Sblocca Italia viene inteso come una specie di bulldozer che serve a travolgere ogni tipo di controllo e tutte le decisioni delle popolazioni dei territori che devono accettare un'opera, sarebbe inaccettabile e non esiteremmo a sostenere il referendum per la sua abrogazione.

Se viceversa lo Sblocca Italia dovesse essere meglio utilizzato o precisato da successivi interventi legislativi è chiaro che si potrà discutere. C'è la volontà da parte del governo di riceverci e dialogare e questa opportunità per noi è molto importante perché abbiamo il desiderio di costruire insieme la migliore soluzione possibile per i nostri concittadini. L'obiettivo è trovare un accordo e vogliamo riuscirci dialogando con il governo”.