Governo Tsipras: in vendita le quote di maggioranza nei principali porti?

PIREO – In vista dell’Eurogruppo dell’11 maggio prossimo, il Governo greco sta valutando un cambiamento delle strategie future per affrontare la crisi finanziaria ed economica ad iniziare dalle varie riforme come quella della pubblica amministrazione e quella del fisco, scongiurando così l’uscita paventata dall’eurozona.

Aggredire i mercati dei trasporti marittimi significa globalizzare gli interventi finanziari, facendo partecipare alla pianificazione strategica dei porti più soggetti dello shipping, quando ci sono naturalmente. Pochi mesi addietro,  il nuovo Governo greco di Alexis Tsipras aveva dichiarato che era una follia vendere le quote di azioni dei due maggiori porti del Paese.

Oggi si decide diversamente. Infatti, si sta  pensando di vendere le partecipazioni azionarie nella speranza di soddisfare i creditori al fine di sbloccare i fondi di salvataggio di un default finanziario. Quasi con aria di sfida, il governo nei giorni successivi il proprio insediamento aveva respinto tutti gli approcci che da molti enti finanziari interni ed europei lo invitavano a vendere quote di azioni dei più grandi porti della ; al punto di definire un “crimine” vendere quelle azioni che andavano a  stravolgere gli assett di una strategia marittima/portuale nazionale.

Ma la forza della politica è imprevedibile. Ora che il Fondo Monetario Internazionale va proponendo nuovi piani strategici finanziari di rientro e visto che sta offrendo concessioni di fondi di salvataggio finanziario, previa misure di austerità, Atene cede e media con partner e finanziatori per una soluzione giusta e duratura per il taglio del debito, e pensa di iniziare a vendere i “tesori” portuali. Sostanzialmente, i dati negoziali riguardano un accordo-flessibile con i creditori a fronte di una vendita del 51% delle azioni dei porti di Pireo e .

Si pensi che lo shipping ellenico è la seconda industria nazionale, dopo il turismo, e registra circa il 5% del PIL di Atene; mentre la disoccupazione nel paese negli ultimi due mesi ha raggiunto la quota del 25%, il settore del mare offre lavoro a 250.000 addetti compreso l’indotto. Tsipras è in rotta con l’armamento ellenico anche sul piano del fisco; è noto che gli armatori greci, forti dell’art 89 della Costituzione greca sono esentati dal pagamento delle imposte sui ricavi generati all’estero.

E’chiaro che ancora tutto questo non è stato deciso e tutti pensano che si tratta solo di una strategia per raggiungere un accordo; poi bisogna tener conto anche del fatto che il maggior terminalista di Pireo è la Cosco Pacific Shipping; un accordo di programma tra la Grecia e la Cina con una concessione dei due terzi del porto di Atene  per 35 anni, siglata nel 2008, per l’espansione del porto e dei traffici confermato dal Ministro della Marina Mercantile ellenica, Theodoros Dritsas. Il mondo portuale ellenico forse sta pensando già al dopo crisi, aprendosi al nuovo modello di porto per un nuovo sviluppo economico territoriale? Porti multipurpose e container di nuova generazione.