OSLO – Tra le notizie non correlate all’evoluzione dei mercati e dei traffici marittimi dell’ultima settimana vi è quella che le super petroliere, le ocean vessel per intenderci, stanno navigando ad una velocità elevatissima; la più alta tra quelle degli ultimi due anni, dovuta esclusivamente alla caduta del prezzo del greggio.
Tutto questo, come si legge in una nota del RS Platou Economic Research di Oslo, relativa all’analisi di mercato sullo shipping delle oil tanker, ha generato e sta generando una crescita nella domanda di trasporto di petrolio e dei suoi derivati, per cui gli armatori per rispettare le consegne sono costretti ad aumentare le velocità di trasferimento delle proprie navi. In quest’ultimo mese, le grandi petroliere (Very large Crude Oil carriers di oltre 300 metri di lunghezza in grado di trasportare 2 milioni di barili di petrolio greggio) hanno mantenuto in navigazione una velocità di 12,57 nodi; velocità che in alcuni giorni è anche aumentata.
La domanda di trasporto è sostenuta dalla Cina che sta aumentato le proprie importazioni di petrolio greggio per fare magazzino, aumentandone la sua scorta; tale aumento degli acquisti di petrolio sta generando anche un aumento dei noli marittimi. Da sottolineare che la velocità di queste navi quando navigano scariche è cresciuta del 10% rispetto allo sesso periodo dell’anno scorso raggiungendo valori intorno ai 13,31 nodi, affermano i dirigenti del Platou Group, global leader del brocheraggio marittimo che opera sul mercato dal 1936.
Queste grandi navi, dall’inizio gennaio 2015, stanno fruttando agli armatori una media circa di 71mila dollari al giorno, soprattutto sulla rotta dal Medio Oriente all’Est Asiatico. In tutte le sedi dello shipping delle oil tanker la parola chiave è approfittare di questa caduta del prezzo del greggio: in tal modo si riducono i costi del carburante bunker rendendo redditizio il trasporto di carichi petroliferi nel più breve tempo possibile.