GENOVA – È cominciato in comitato portuale l’iter che porterà all’approvazione, nel mese di marzo, dello schema di piano regolatore portuale da sottoporre alla Vas.
L’obiettivo generale del piano, illustrato dal presidente dell’Autorità portuale Luigi Merlo, è quello di consentire al porto di Genova di vincere la scommessa con il gigantismo navale e di garantire allo scalo un altro secolo di sviluppo al passo con le esigenze del mercato e nel rispetto della sostenibilità.
Attuando il piano, il porto di Genova potrà lavorare tra i 5 e i 6 milioni di teu l’anno, accogliendo navi fino a 24 mila teu. Questo attraverso processi di modernizzazione e trasformazione, quindi limitando al massimo i riempimenti a mare. Per tale motivo, e per la continuità con il progetto di Renzo Piano illustrato lo scorso autunno, è stato battezzato dai tecnici di Palazzo San Giorgio come un “Piano dell’Acqua”. L’iter di approvazione dovrebbe portare all’adozione del nuovo Prp entro un anno e andrà a integrarsi con il piano esistente, specie per quanto riguarda i nuovi terminal Bettolo e Ronco-Canepa.
Gli elementi che contraddistinguono lo schema di piano sono: per il bacino di Sampierdarena la realizzazione di una nuova imboccatura a ponente (250 milioni di euro per 3 anni di lavoro) e di una nuova diga avanzata di 500 metri al largo rispetto all’attuale (1 miliardo in 8 anni), per l’area industriale la realizzazione del “Blue Print” disegnato da Renzo Piano (con nuova piattaforma per i cantieri e la revisione del quarto bacino di carenaggio), per il porto di Pra’ è previsto il prolungamento del canale di calma in modo da formare una grande isola per il terminal Vte e un’eventuale espansione a ponente e l’adeguamento della diga esistente per garantire l’evoluzione delle grandi navi (500 milioni per 6 anni di lavoro) fino a una lunghezza di 500 metri.
Assecondando la richiesta del Comune per la ricollocazione in ambito portuale del polo chimico, lo schema di piano prevede due alternative da sottoporre a Vas e osservazioni: l’inserimento sugli spazi disponibili adiacenti al porto petroli o nelle aree Enel sotto la Lanterna. È considerata la previsione di postazioni di LNG e l’installazione di aree tecniche adiacenti alla nuova diga.
Un’importante parte del Prp riguarda il cosiddetto “Piano immateriale”, ossia il rafforzamento di tutte le opere di efficientamento, innovazione, pre-clearing, snellimento burocratico e informatizzazione: opere che, si è dimostrato, possono accorciare i tempi fino al 40%, creando nuovi importanti spazi in banchina.