Volvo Ocean Race: chi avrà la meglio?

– Solo poco più di un miglio e mezzo divide le tre barche di testa, e solo poco più di 400 sono le miglia al traguardo di Auckland: il finale della quarta tappa della si fa sempre più incerto e sempre più emozionante. Pare proprio che bisognerà attendere fino alla giornata di sabato per capire chi sarà il vincitore della frazione, partita 18 giorni fa da Sanya in Cina alla volta della City Of Sails.

Solo ieri Dongfeng Race Team sembrava aver staccato i due inseguitori, ma oggi tutto è di nuovo cambiato ed è Abu Dhabi Ocean Racing ad aver ripreso la leadership, inseguito a pari distanza dagli spagnoli di MAPFRE e dai franco/cinesi. E, inoltre, il terzetto che insegue formato da Team Alvimedica, Team Brunel e Team SCA ha recuperato parecchia distanza nelle ultime 24 ore e non può considerarsi totalmente fuori dai giochi.

I tre battistrada continuano ad avvicendarsi al vertice, navigano quasi allineati e con un gap laterale di una decina di miglia con prua verso Capo Brett, la punta settentrionale della Nuova Zelanda. Si preparano ad affrontare l’ultimo tratto lungo la costa dell’isola nord, dove potrebbe verificarsi una situazione di vento leggero e forse una nuova ripartenza. E’ una lotta al decimo di nodo e tutti sono coscienti del fatto che la vittoria o la sconfitta è nelle mani di madre natura, come spiega nel suo blog: “L’aria dovrebbe tornare e darci ottime condizioni al lasco, ma poi calerà di nuovo, nell’approccio ad Auckland.

L’ultima parte potrebbe essere davvero complicata e penso che la flotta si riavvicinerà molto. Credo che saranno i venti e le correnti locali a decidere il nostro destino, ed è molto difficile immaginare qualcosa di diverso da un finale molto, molto serrato.”

Della stessa opinione anche lo svedese Martin Strömberg, imbarcato su Dongfeng Race team e vincitore di questa tappa la scorsa edizione a bordo di Groupama, come il suo skipper Charles Caudrelier. “Siamo partiti bene, poi abbiamo avuto dei momenti difficili, ma siamo riusciti a rientrare e a passare in testa. Ora pare che cambi di nuovo tutto, ed è una sensazione amara.

Siamo rimasti intrappolati sotto una grossa nuvola, e gli altri sono riusciti a uscirne più velocemente di noi, nel giro di pochi minuti. E’ duro perdere quello per cui hai lavorato duramente per tanti giorni. Abbiamo voglia di arrivare ad Auckland, ma prima ci sono ancora due giorni di battaglia. Non molleremo e abbiamo già dimostrato di poter recuperare. Certo in passato ho visto dei finali duri, ma questo è pazzesco. Non penso di aver mai visto tutti i team in cinquanta miglia a questo punto di una tappa così lunga.”

L’Onboard reporter di MAPFRE, Francisco Vignale, dice nel suo blog di oggi: “E’ stata una tappa dura, ma è difficile credere che dopo 18 giorni di navigazione, siamo a meno di 2 miglia dal primo. Bisogna restare freddi come iceberg e camminare bene.”

In effetti la pressione psicologica sui 57 velisti è molto forte e tutti i team, soprattutto i navigatori, devono aver fatto analisi approfondite delle condizioni locali lungo la costa settentrionale dell’isola, baia dopo baia ci saranno brezze locali e correnti di marea da sfruttare a proprio favore.

Il velista neozelandese di Team Alvimedica, Dave Swete, potrebbe avere qualche asso nella manica in qualità di pratico locale. Ne avrà bisogno se vorrà arrivare in tempo per l’incontro di cricket fra Australia e Nuova Zelanda in programma per sabato per cui ha già comprato il biglietto.