SANYA – Dopo alcuni giorni di aria sostenuta e forti velocità, la flotta della Volvo Ocean Race è entrata in una zona di calma e avanza con difficoltà in un’area di venti leggeri e instabili che si estende per circa 150 miglia. I sei team hanno subito una brusca battuta d’arresto e i navigatori sono chiamati a rispondere, ma le opzioni sono poche e le scelte difficili.
Solo le veliste di Team SCA godono di condizioni positive e hanno ridotto drasticamente il distacco, continuando a macinare miglia sugli avversari. Poco più di 1.300 miglia all’arrivo ad Auckland, previsto per sabato 28 febbraio.
Nel fine settimana la graduatoria ha visto alternarsi nelle posizioni di testa almeno tre barche diverse, mentre il leader degli ultimi giorni, Team Brunel, è sceso fino alla quinta posizione. Oggi, quando la flotta è a un centinaio di miglia dall’arcipelago delle Vanuatu, si assiste a una compressione dei sei team che navigano tutti nel raggio di poco più di 15 miglia. All’ultimo rilevamento la prima posizione è occupata da Dongfeng Race Team seguito da MAPFRE, Abu Dhabi Ocean Racing, Team Brunel e Team Alvimedica ossia cinque barche in sole 3,2 miglia.
Sesto è l’equipaggio femminile di Tram SCA che nelle ultime ore ha ridotto drasticamente la distanza dagli avversari, e ora si trova a poco più di 15 miglia dai leader ma che fa registrare una velocità superiore ai sette nodi, quando Dongfeng Race Team avanza a un nodo scarso. Il team guidato dalla skipper britannica Sam Davies ha optato per una tattica interessante, passando dall’est estremo alla posizione più occidentale della flotta, evitando almeno per il momento la bolla di bonaccia nella quale sono restati impantanati gli avversari.
Nella notte, nello spazio di sole tre ore Team SCA ha guadagnato qualcosa come 20 miglia. Racconta la Onboard reporter della barca magenta Anna-Lena Elled: “Come sempre è stata una nottata impegnativa su Team SCA, con vento ballerino e diversi temporali. Abbiamo anche dovuto strambare per evitare un paio di isole. L’ultima l’abbiamo doppiata poco dopo l’alba, un bellissimo piccolo monte verde che punta verso il cielo nel mezzo del nulla. Adesso stiamo navigando in una zona cosiddetta di transizione. E’ imprevedibile con un sacco di attività nuvolosa, dove può succedere praticamente di tutto. Davanti a noi c’è una nuvola gigantesca, pare che si estenda per 170 miglia, cerchiamo sempre il vento, l’ultima cosa che vogliamo è rimanere incastrate qui…”
La situazione dunque è ancora molto fluida ed è difficile prevedere chi potrà avere la meglio. Come scrive Matt Knighton da Abu Dhabi Ocean Racing oggi. “Quando qualche giorno fa Ian (Walker, lo skipper) ha prodotto dei modelli di previsione per tutti e sei i team, dicevano che saremmo arrivati ad Auckland nel giro di un’ora e mezza. Ma c’è di più, i tre team di testa, Dongfeng, MAFRE e noi, con una differenza di 10 minuti solamente.
Sono previsioni puramente speculative ma di certo c’è che questa potrebbe essere una delle tappe più combattute e meno prevedibili di tutto il giro. Le distanze fra le barche si sono ridotte a poche miglia e quelli che riusciranno ad uscire da questa bolla di aria leggera avranno delle buone chance di consolidare la loro posizione, entrando negli alisei orientali e viaggiando al lasco per tutta la strada verso la punta della Nuova Zelanda. Che però non è la linea dell’arrivo. Aggiungete una dozzina di ore di aria leggera lungo la costa verso Auckland e ogni margine preso negli alisei potrebbe ridursi a nulla.”
In effetti l’aliseo potrebbe essere l’unica possibilità per la flotta di usare un sistema meteo a proprio vantaggio, prima di raggiungere la nuova Zelanda e Auckland. Chi uscirà prima, quindi potrebbe avere una chance in più per aggiudicarsi la quarta tappa. Le previsioni indicano, ormai con una probabilità del 62%, che l’arrivo della flotta ad Auckland sarà nella giornata di sabato 28 febbraio.