IMO: “E’ necessaria azione mirata per affrontare la migrazione a rischio per mare”

LONDRA – “Sono fermamente convinto che vi sia spazio per un maggiore impegno da parte della comunità internazionale per gestire meglio il processo della  migrazione”, ha detto Sekimizu, segretario generale dell’.

Dopo gli eventi di questi giorni in cui più di 2000 migranti sono stati salvati nel Mar Mediterraneo e diverse centinaia hanno perso la vita, l’International Maritime Organization (IMO), tramite Koji Sekimizu, ha chiesto un’azione più concertata per affrontare il numero di criminali che organizzano il passaggio illegale e senza regole per mare dei migranti, mettendo migliaia di vite a rischio.

“Noi non cerchiamo di prevenire la migrazione. La gente ha il diritto umano a migrare. Ma è ora di far cessare questi passaggi marittimi illegali, senza regole, messi in atto dai trafficanti di esseri umani. Non solo hanno messo la vita dei migranti in pericolo, ma anche i servizi di soccorso e le navi mercantili che prendono parte alle operazioni di soccorso. Qualcosa deve essere fatto contro i contrabbandieri o la situazione non migliorerà. Si stanno impiegando molte navi mercantili con sforzi intollerabili per i servizi di soccorso”, ha detto Sekimizu.

Il segretario generale IMO, nel sottolineare la difficile situazione marittima che il Mar Mediterraneo sta attraversando, prende atto degli sforzi compiuti dalle Autorità Italiane e di altri nelle più recenti operazioni di soccorso durante lo scorso fine settimana. Tuttavia, ha richiamato l’attenzione sul fatto che più di 200.000 persone sono state salvate e oltre 3.000 certi sono morti proprio in quei passaggi in mare del Mediterraneo non sicuri, irregolari e illegali nel corso dell’intero 2014.

“Questo è un problema serio per l’IMO e soprattutto è una tragedia umanitaria. Vi è una forte tradizione di ricerca e salvataggio in mare e questa continuerà, ma i servizi di ricerca e salvataggio forniti da un certo numero di Paesi sono al limite. Anche con il contributo della Marina Militare e della italiane, più di 600 navi mercantili sono state dirottate l’anno scorso per sostenere e recuperare in mare delle persone in pericolo. Questo va oltre i limiti accettabili e senza gli sforzi italiani molti di più uomini sarebbero morti.

Gli sforzi dei soccorritori italiani – e altri – sono molto apprezzati, ma è giunto il momento  in cui abbiamo bisogno di concentrarci con più impegno sul versante della prevenzione”. L’IMO, a tal fine,  il prossimo 4 marzo 2015, ospiterà un incontro inter-agenzie sulle modalità della mobilità via mare di migranti, con la partecipazione prevista dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR), l’INTERPOL, altre organizzazioni e membri del Global Migration Group, nonché gli Stati membri, e organismi interessati dell’industria marittima. L’incontro ad alto livello tra le varie agenzie cercherà di sfruttare lo slancio acquisito presso l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati durante la seduta sul “Dialogo sulle sfide di protezione” di Ginevra nei giorni 10-11 dicembre 2014.

Si prevede che l’incontro del prossimo 4 marzo si svilupperà sulle strategie possibili messe in campo dalle singole agenzie e attraverso il Gruppo Globale di migrazione. Il segretario IMO, Sekimizu, ha detto che si dovrebbe prendere in considerazione l’introduzione di una banca dati degli incidenti per aiutare le forze dell’ordine per identificare, arrestare, perseguire e punire i contrabbandieri e si auspica un maggiore controllo sulle zone costiere e nei porti.

Abele Carruezzo