ROMA – I sindacati del settore dei trasporti e del lavoro portuale non ci stanno ad essere “rottamati” dal Governo Renzi, e così hanno proclamato lo sciopero nazionale di 24 ore dei lavoratori dei porti per il prossimo 6 marzo. Le segreterie nazionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti denunciano che “è preoccupante la diatriba di competenze tra Ministero dei Trasporti e Ministero dello Sviluppo Economico.
Infatti il Disegno di legge ‘Concorrenza’, redatto dal Ministero dello Sviluppo Economico e pronto per essere presentato nel Consiglio dei Ministri del 20 febbraio prossimo, sconvolge l’attuale sistema di regole presente nei porti con gravi ricadute sociali. Contemporaneamente, il Ministero Infrastrutture e Trasporti sta preparando la propria ‘riforma’ della legge 84 del 1994 senza consentire ai sindacati di partecipare in maniera costruttiva e tenendoli all’oscuro circa i contenuti”.
Secondo le tre sigle sindacali dei trasporti “il sistema di regole vigente nei porti va mantenuto in quanto garantisce stabilità e qualificazione del lavoro, sicurezza di tutti gli addetti, della navigazione e dell’utenza e l’attuale regolamentazione dei servizi tecnico nautici è garanzia per la sicurezza nei nostri scali”. I sindacati temono che con la paventata abrogazione delle imprese articolo 17 di fornitura di lavoro temporaneo si determinerebbe un pericolosissimo liberismo alla pari di quanto è già accaduto nella filiera della logistica terrestre, con le conseguenti ricadute sul piano occupazionale, sulla qualità dei servizi e della sicurezza.
Infine, i sindacati tornano a sollecitare una soluzione all’erronea applicazione del decreto legge 78 del 2010 ai dipendenti delle autorità portuali, applicazione che, nonostante le recenti modifiche apportate dalla legge di Stabilità, continua a penalizzare i lavoratori. Per i porti italiani i prossimi giorni saranno interessati da” mare forza sette”.