Volvo Ocean Race: il sorpasso

SANYA – E’ passata una settimana dalla partenza da Sanya alla volta di Auckland e finora, la quarta tappa della non è stata avara di sorprese, ad iniziare dalle condizioni dure delle prime ore, al “colpo” di Team SCA e di tre giorni fa per arrivare al sorpasso di oggi.

Il team con bandiera olandese guidato dal veterano Bouwe Bekking ha infatti preso la testa della flotta, la strada è ancora lunga e, soprattutto, c’è un’estesissima area di calma nella zona dell’equatore da attraversare ma certo da un punto di vista strategico e psicologico, il cambio al vertice è un altro momento chiave della navigazione verso la Nuova Zelanda.

Le barche a nord se lo auguravano, ci credevano, quelle a sud lo temevano. E oggi, a sette giorni esatti dalla partenza Bouwe Bekking su Team Brunel, con l’aiuto di un altro veterano degli oceani, il navigatore australiano Andrew Cape ha preso la testa della flotta. All’ultimo rilevamento gli olandesi hanno più di 14 miglia di vantaggio su Abu Dhabi Ocean Racing, il leader del quartetto sudista, che aveva optato per un’opzione più conservativa e di controllo sugli avversari.

La flotta scende a ottime velocità verso le isole dai nomi esotici di Saipan, Tinian, Rota e Guan, Team Brunel naviga con velocità prossime ai 20 nodi mentre il team guidato da e gli altri sono qualche nodo più lenti. Questo spiega perchè se ieri, Team Brunel era a ben 185 miglia di distanza dalla posizione di Abu Dhabi Ocean Racing, oggi il distacco si è annullato.

Da bordo di Azzam, inoltre l’Onboard reporter di Abu Dhabi Ocean Racing, Matt Knighton ha raccontato che nelle ultime ore la barca ha subito due avarie, prima si è rotto un pezzo dell’aggancio del J1 e oggi il punto d’attacco di un buttafuori. “Su un Volvo 65 ci sono rumori buoni e rumori cattivi, alcuni di quelli cattivi non sono poi così brutti, come il suono stridente di una volante che viene lascata o il fischio del bollitore che segnala che è il tuo turno. Però il suono del buttafuori che si è piegato in due come un grissino ieri? Molto brutto.

Un colpo secco, fortissimo che ha svegliato chi era fuori turno e che ha fatto tremare tutta la barca. Pensate di andare al lasco a venti nodi in Pacifico e che diverse tonnellate di energia vengano rilasciate nello spazio di un secondo… uno shock. La distanza fra noi e Dongfeng è aumentata e diminuita come con un effetto elastico, e ogni secondo che abbiamo navigato senza buttafuori ha significato perdere spazio prezioso. Fortunatamente all’ultimo sked (il rilevamento delle posizioni) abbiamo rimesso una decina di miglia fra noi e gli altri. Ian pensa che ci possano essere state delle rotture anche sulle altre barche. Speriamo di non rompere un altro buttafuori, per questa tappa non ne abbiamo portato uno di scorta.”

In terza posizione sono gli spagnoli di MAPFRE, che si sono scambiati di posto diverse volte con Dongfeng Race Team e che con Team Alvimedica costituiscono il gruppetto di inseguitori a sud, racchiusi in 25 miglia. L’equipaggio femminile di Team SCA, che navigava sulla stessa linea di Team Brunel e in un momento a sole 10 miglia dalla poppa della barca olandese, complici anche due avarie a bordo, ha purtroppo perso un po’ di terreno e ora occupa la sesta piazza, essendo ancora la barca più a nord.

Anna-Lena Elled, l’onboard reporter della barca magenta nel suo blog quotidiano racconta così l’umore a bordo: “E’ passata una settimana dalla partenza, abbiamo avuto delle belle giornate di navigazione e stiamo cominciando a stabilire la nostra routine. La vita a bordo procede senza intoppi. Abbiamo cambiato un po’ di vele, quindi si è dormito poco, ma siamo veloci e finalmente andiamo nella direzione giusta, quindi l’umore è ottimo. Il vento è molto ballerino, va e viene da direzioni diverse.

A volte sembra di essere completamente fermi, a volte si avanza a venti nodi. Sembra che avremo questo tipo di condizioni anche per i prossimi due giorni. Ci sono ancora tante miglia da fare e le contiamo, una a una.”

Si tratta di posizioni intermedie visto che i leader distano ancora più di 3.500 miglia dal traguardo ma che sono significative per l’approccio alla zona delle calme equatoriali, ancora distante mille miglia, ma che si presenta molto estesa. Entrarvi con un certo angolo e margine potrebbe essere un grande vantaggio. Da notare che Team Brunel ha fatto segnare anche la migliore percorrenza sulle 24 ore in questa quarta tappa, con 460 miglia.