ROMA – La protezione dall’inquinamento marino non subirà arresti. Il servizio dovrebbe proseguire in continuità senza rischi per i nostri mari, dopo il via libera della Ragioneria di Stato arrivato in questi giorni. La scadenza dell’attuale concessione del servizio è fissata al 27 maggio.
E il ministero annuncia che presto ci saranno le gare. La questione era stata sollevata dal presidente della commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci che, in un’interrogazione ad hoc al ministro dell’Ambiente, aveva lanciato l’allarme per il rischio di un ‘buco’ nella protezione del nostro mare. L’annuncio del via libera all’autorizzazione di spesa da parte della Ragioneria è stato poi dato dallo stesso dicastero: “il 13 gennaio l’autorizzazione è stata rilasciata”.
Ora “si procederà immediatamente a dare avvio alle procedure di gara” con la pubblicazione del bando comunitario. Inoltre è stato ricordato che il ministero dell’Ambiente, proprio per “scongiurare l’interruzione del servizio con i conseguenti pericolosi rischi per lo stato di salute del mare”, il 15 ottobre aveva avanzato al ministero dell’Economia la richiesta di autorizzazione alla spesa pluriennale.
“La lotta all’inquinamento marino – osserva il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – è una priorità di questo governo fin dal suo primo giorno di attività: penso alle molte importanti operazioni di salvaguardia dell’ambiente marino condotte in questi mesi e alla norma, assolutamente innovativa, del decreto Competitività contro le ‘carrette del mare’, che estende ai proprietari del carico la responsabilità degli incidenti in mare se le navi cui si sono affidati per il trasporto di idrocarburi non rispondono agli standard di sicurezza”. Per Galletti “il mare va protetto con la massima responsabilità e va valorizzato nella sua biodiversità come risorsa di crescita sostenibile”. Il mar Mediterraneo è il più esteso mare chiuso del Pianeta: 2,5 milioni di chilometri quadrati di superficie su cui si affacciano oltre 20 Stati (400 milioni di abitanti e più di 130 milioni sulle zone costiere).
Traffico navale, pericolo petrolio, incidenti tra navi commerciali, scarichi acque reflue, le minacce più grandi. Secondo Legambiente nel Mediterraneo finiscono ogni anno 100 mila tonnellate di petrolio, senza contare che subisce la pressione quotidiana del 20% di tutto il traffico mondiale di prodotti petroliferi e del transito di 1.500 cargo e 2.000 imbarcazioni commerciali (300 navi cisterna).
Tra le altre cose, nell’ambito della Strategia marina del ministero dell’Ambiente, il sottosegretario Silvia Velo nei giorni scorsi aveva messo in evidenza la necessità di “sviluppare interventi mirati ed eco-sostenibili contro l’erosione costiera”.