GENOVA – Un’unica lingua per i programmi di gestione delle operazioni portuali, in mare e sulla banchina. Controlli più efficaci e al contempo più rapidi, che liberano spazi e tempi e fanno a meno della carta.
Questo il risultato dell’intesa tra l’Autorità portuale e la Capitaneria di porto di Genova, che da tempo stanno portando avanti un processo di integrazione, anche e soprattutto tecnologica, tra le diverse Amministrazioni che operano in ambito portuale. Tale processo ha visto la definitiva attuazione delle procedure telematiche di sdoganamento in mare delle merci, il cosiddetto preclearing, possibile grazie al collegamento telematico instaurato, attraverso il sistema PMIS (Port Managment Information System) gestito dalla Capitaneria di porto, con l’Ufficio delle Dogane e, tra breve, anche con la Sanità Marittima, che consente una notevole riduzione dei tempi di sosta delle merci in banchina.
Se nella sua architettura il PMIS si rivolge prevalentemente al ciclo mare della nave e del carico, il preclearing si rivolge prevalentemente al ciclo banchina delle merci, in modo da rendere sempre più veloce e sicuro il loro transito in porto e verso la loro destinazione finale.
Ora i passi successivi. Una nuova svolta è consentita dall’Accordo di collaborazione tra la Capitaneria di Porto e l’Autorità Portuale di Genova siglato oggi, che esplicita in modo specifico alcuni elementi di questo processo.
L’Accordo di Collaborazione dimostra l’impegno di APGe e Capitaneria di Porto a completare già nei primi mesi del prossimo anno una consistente attuazione della Direttiva europea 2010/65 relativa alla semplificazione delle formalità di dichiarazione delle navi in arrivo e in partenza dai porti degli Stati Membri, cosa che consentirà di incidere ulteriormente su tempi di transito e di stazionamento della merce in porto.
Proprio in virtù dei positivi risultati che l’integrazione telematica ha finora dato, gli operatori del porto di Genova guardano al sistema PMIS della Capitaneria di porto ed al collegamento con l’omologo sistema dell’Autorità portuale, l’E-Port, come allo strumento attraverso il quale si potrà assicurare la progressiva eliminazione di ogni residuo elemento cartaceo nelle relazioni tra Capitaneria di Porto ed Operatori e rendere più affidabile e sicuro, sia sotto il profilo della safety che della security, l’intero ciclo portuale e le attività correlate al transito della merce in ambito portuale. Il tutto in vista della progressiva costruzione di uno Sportello Unico portuale (cosiddetto Single-Window), che costituisce ulteriore attuazione della Direttiva CE 201/65.
Si tratta quindi di un grande passo in avanti nel processo di inclusione e condivisione dei sistemi telematici, che getta le basi per un futuro collegamento stabile tra i principali attori istituzionali delle dinamiche portuali (Autorità marittima, Autorità portuale, Autorità doganale e Autorità sanitaria) e gli operatori commerciali che ne potranno trarre beneficio.
Anche se l’entrata in vigore della Direttiva CE 2010/65 è prevista per il mese di giugno dell’anno prossimo, per ciò che riguarda il porto di Genova, Capitaneria di Porto ed Autorità Portuale intendono comunque dare un segnale molto chiaro in questo senso, ben sapendo che non viene in discussione un mero adempimento burocratico, ma un ulteriore segnale e certificazione della affidabilità ed efficienza delle rispettive strutture.