BRUXELLES – Il contrasto tra armatori europei e la Commissione sul monitoraggio delle emissioni di CO2 prodotte da navi si fa duro. Forti dubbi sono stati espressi da parte della European Community Shipowners Association (ECSA) e dalla International Chamber of Shipping sulla proposta di monitoraggio dell’UE e la rendicontazione e verifica (MRV) delle emissioni di carbonio prodotte da navi.
La parte controversa del regolamento che andrà in Parlamento UE per l’approvazione, riguarda la richiesta di informazioni sul carico, le regole da applicare in attesa che l’IMO emetta delle norme internazionali, ed altri parametri per individuare l’indice di efficienza operativa obbligatoria per le navi da carico. “ Questo potrebbe essere utilizzato dai governi per imporre sanzioni pecuniarie alle navi, a prescindere dal loro consumo di carburante ed emissioni di CO2 effettive “, ha detto il segretario generale ICS, Peter Hinchliffe.
Ricordiamo che la proposta di monitoraggio, rendicontazione e verifica UE è stata adottata provvisoriamente e si applica alle navi sopra le 5000 tonnellate in arrivo e in partenza da porti comunitari, indipendentemente dalla bandiera; tale proposta andrà in Parlamento UE per essere votata e probabilmente andrebbe in vigore nel 2018. Mentre il segretario generale dell’ECSA, Patrick Verhoeven, ha sottolineato: “Non siamo preoccupati per quanto riguarda l’affidabilità e a riservatezza dei dati, così come le responsabilità di rendere i reporting obbligatori, ma avremmo preferito rinviare l’inserimento dei dati sul carico fino ad un raggiungimento di un accordo internazionale in sede IMO e sollecitiamo la commissione UE per uno strumento di monitoraggio delle emissioni prodotte da navi che sia uguale per tutti gli Stati membri per una raccolta globale di dati IMO”.
Il contrasto è evidente, poiché l’adozione imminente di un regime comunitario regionale potrebbe essere non compatibile con la istituenda convenzione internazionale sulle emissioni gas serra IMO.
Abele Carruezzo