POINT A PITRE – Alle ore 4, 26 minuti e 42 secondi di questa notte, Giancarlo Pedote ha tagliato la linea di arrivo della 10ma Route du Rhum a bordo del Class 40 Fantastica di Lanfranco Cirillo. 18 giorni, 14 ore, 26 minuti e 43 secondi, per una decima posizione che ha appassionato per le numerose vicissitudini: l’esplosione dell’hook della trinchetta la prima sera di navigazione, che ha richiesto al velista italiano di salire in testa d’albero con oltre 20 nodi e mare mosso per liberare la vela; l’imbroglio della borosa che impediva di dare la terza mano di terzaroli mentre soffiavano 40 nodi di vento e che ha obbligato Fantastica e il suo skipper ad uno scalo tecnico di 5 ore a Roscoff.
Cinque ore che sono in realtà 12, se contiamo i cambi di traiettoria per rientrare e lasciare il porto; il recupero di circa venti posizioni in una quarantina di ore; l’avaria dell’AIS al passaggio di Finisterre; il superamento di altre 10 imbarcazioni, che lo ha portato a raggiungere la nona posizione la mattina di venerdì 14 novembre; il recupero dello spi grande caduto in acqua a causa di una rottura del lascing avvenuta lunedì 17 novembre a mezzogiorno; lo scoppio dello stesso spi che quella stessa notte, sottoposto a grossi sforzi, si è diviso in due parti; l’avaria dell’antenna del fleet, che lo ha costretto fin da lunedì sera a navigare senza dati meteo o informazioni relative alla flotta fino all’arrivo a Point-a-Pitre; la conseguente lotta con Damien Seguin, resa più difficile da altri incidenti che sono intervenuti poco prima dell’approccio all’isola.
Una rottura della calza dello spi piccolo ha infatti reso questa vela inutilizzabile proprio nel momento in cui era più necessaria (durante le difficili condizioni meteo della notte tra mercoledì e giovedì) e ha costretto Giancarlo Pedote a issare il gennaker, che però è rimasto bloccato e non poteva essere ammainato al momento di bisogno. Un momento che è arrivato in fretta: a largo dell’arcipelago, nella mattina del 20 novembre, un grosso e pesante albero di alghe si è incastrato nella chiglia di Fantastica, rendendola ingovernabile.
Giancarlo Pedote ha potuto liberare la chiglia del Class 40 solamente nella sera del 20 novembre, quando approfittando di un calo del vento dovuto alla vicinanza della terra, ha potuto tagliare la drizza del gennaker e quindi ammainare finalmente la vela rifacendo poi due piombe sulla drizza. Un’operazione che è durata tre ore, al termine della quale lo skipper italiano ha potuto fare retromarcia e liberare così la chiglia recuperando subito almeno tre nodi di velocità.
Recuperata la sua andatura, Giancarlo Pedote non ha potuto però più risalire alla nona posizione e ha tagliato decimo il traguardo di questa sua prima Route du Rhum dopo lo scoppio di una puleggia di fronte a Basse Terre (la scotta dello spi si è incastrata nella puleggia che lo skipper ha dovuto prendere a martellate per poter liberare la cima). All’arrivo a Point-a-Pitre ha così raccontato la sua regata: “In un primo momento, il morale non era eccezionale. Ho avuto un problema alla trinchetta, poi uno alla randa e quindi ho dovuto fermarmi. Poi sono ripartito, esausto, con la batteria a zero…
Purtroppo non ho avuto modo di recuperare fisicamente perché quando sono arrivato a Roscoff ero in ipotermia e 5 ore non sono state sufficienti… Anche mentalmente è stata una bastonata, perché quando ti fermi sai che sei fuori dalla possibilità di giocare al 100 per cento. E’ possibile recuperare una sosta al Vandéé Globe, ma non alla Route du Rhum. Ho comunque continuato la mia regata al massimo e sono riuscito a recuperare. È stato fantastico. Ho passato anche dei momenti piacevoli, quando ho visto che i miei sforzi venivano ricompensati. Ho visto che avevo la velocità, anche se ho fatto molti errori nelle manovre perché non conoscevo bene la barca. Normalmente con un risultato in questa posizione non sono felice, ma se non altro ho fatto una buona rimonta. Quando ho lasciato Roscoff ero ultimo… Ogni giorno sceglievo di superare degli skipper e mi dicevo: adesso è lui, poi sarà lui… mi sono dato piccoli obiettivi che mi ha permesso di rimontare poco a poco. Mi è mancato solo Damien (Seguin, ndr.)”.
Nonostante le difficoltà legate alla breve tempistica per preparazione e imparare a conoscere l’imbarcazione, Giancarlo Pedote ha dimostrato, anche al di fuori del circuito Mini 6.50 nel quale quest’anno ha vinto tutte le regate a cui ha partecipato a bordo del suo prototipo Prysmian ITA 747, di non abbassare mai la guardia e di non darsi per vinto reagendo via via ad ogni imprevisto (“Le difficoltà si succedono: arrivano, si risolvono oppure si assumono, e si passa oltre”, aveva detto dopo aver scoperto di avere qualcosa impigliato nella chiglia).
Questa decima edizione della Route du Rhum, la sua prima regata oceanica su un Class 40, è un progetto nato all’improvviso quest’anno che lo skipper fiorentino ha potuto affrontare a pieno solamente da settembre. “Credo di aver dimostrato due cose in questa regata”, ha dichiarato Pedote sempre al suo arrivo. “Di andare veloce e dalla parte giusta. I problemi sono derivati dal fatto che non è possibile preparare una regata di questa portata in due mesi e mezzo… L’esperienza sulla barca fa grossa differenza. Approcciare una Route du Rhum dall’inizio del ciclo (una stagione di Class 40 dura 4 anni, Ndr), permette di effettuare numerose regate in doppio che danno la possibilità di fare degli errori e capire come risolverli e prevenirli in due. Le conseguenze sono quindi minori, gli insegnamenti più rapidi e quando arrivi alla Route du Rhum hai già chiaro come evitare numerosi inconvenienti e come facilitarsi le manovre e la vita di bordo con soluzioni e piccoli arrangiamenti studiati nel corso del tempo. Tutti dettagli che in oltre due settimane di navigazione fanno la differenza. Io onestamente ho fatto molti errori e ho dovuto porvi rimedio da solo.
Ho inventato cose nuove su cose nuove e ho cercato di fare, durante la regata principale del circuito, quello che si dovrebbe fare durante gli allenamenti o le regate minori. E questo si paga. Ad ogni modo, sono contento di aver potuto partecipare alla Route du Rhum, una delle regate più importanti per un navigatore in solitario. Per me è stato un regalo inaspettato ricevuto da Lanfranco Cirillo, che ringrazio con tutto me stesso. Non solo Lanfranco mi ha messo a disposizione l’imbarcazione, i mezzi per poterla preparare al meglio possibile e le risorse per poter prendere parte a questa regata; non solo mi ha dimostrato una grande fiducia e libertà restando comunque sempre al mio fianco in tutta la fase preparatoria: durante la regata mi ha incoraggiato praticamente tutti i giorni.
Mi ha incitato, spronato e sempre spinto o mitigato affinché io potessi esprimere al meglio le mie capacità. Ringrazio caldamente anche Prysmian Group, che mi accompagna da tanti anni sempre con rinnovata fiducia e che dopo la stagione in Mini, al nascere di questo progetto, ha deciso di partecipare. Sapere che era con me anche in questa esperienza, è stato importante. La Route du Rhum è una regata mitica ed avervi partecipato ha senza dubbio ampliato il mio bagaglio di conoscenze e mi ha in qualche modo avvicinato alle barche di taglia più grande”.
Lanfranco Cirillo, proprietario del Class 40 su cui ha regatato Giancarlo Pedote, è noto non solo per la sua importante professione internazionale di architetto e il suo singolare percorso di armatore-regalante che è passato da uno Swan 100, al Melges 32 e infine al Finn, ma soprattutto per essere un privato che elargisce un aiuto concreto a giovani talenti della vela italiana, in cui crede e sui quali via via decide di investire, senza secondi fini se non quelli di sostenere la vera vela. “Per me la vera essenza di questo sport è rappresentata dalla vela olimpica e da quella oceanica”, ha dichiarato recentemente.
“Le sfide mi sono sempre piaciute e ho deciso di utilizzare il mio approccio imprenditoriale anche nella gestione di un team velico con obiettivi ambiziosi. Uno di questi è senz’altro quello di portare alle Olimpiadi di Rio 2016 velisti in grado di andare a medaglia e su questo ci stiamo lavorando. L’altro è quello mirato a raggiungere un risultato di prestigio internazionale nella vela oceanica, con una barca italiana e con un velista italiano. Ho conosciuto Giancarlo alla premiazione del Velista dell’Anno lo scorso mese di marzo. Lui era premiato come Velista dell’Anno, io come armatore. L’ho sentito parlare sul palco e in due minuti ho deciso che lui il velista a cui affidare il Class 40 Fantastica per la Route du Rhum 2014. Giancarlo ha interpretato lo spirito di Fantastica: atleti che non mollano mai e il cui talento si esalta nelle difficoltà; gente di mare, che va in mare solo per amore”.
Giancarlo ha completato le 3.542 miglia della Route du Rhum in 18 giorni, 14 ore, 26 minuti e 43 secondi alla velocità media di 7,93 nodi, ma in realtà ha percorso 4.606 miglia a 10,32 nodi di media, finora una delle più sostenute (Alex Pella, vincitore in Class 40 ha fatto registrare una media di 10,79).
Per quanto riguarda gli altri italiani impegnati in questa Route du Rhum, se Alessandro Di Benedetto, con il suo 60′ Team Plastique-AFM Telethon, ha chiuso al sesto posto tra gli IMOCA (arrivato il 19 novembre, dopo 16 giorni, 11 ore e 4 minuti di mare), Andrea Mura è ancora in mare, secondo nella classe Rhum, attualmente a circa 200 miglia da Point-a-Pitre.