Nei primi giorni di novembre dovrebbero partire i lavori di bonifica della zona dell’Isola del Giglio interessata dal sinistro della Costa Concordia naufragata il 13 gennaio 2012. La settimana scorsa hanno avuto termine le procedure di selezione delle aziende in gara interessate ai lavori di bonifica dell’area marina che ha ospitato per circa due anni la Costa Concordia.
In queste due ultime settimane, erano rimasti in gara solo quattro consorzi che poi si sono ridotti a due negli ultimi giorni. I due consorzi d’imprese rimasti in gara per l’aggiudicazione dell’appalto sono per la precisione, il Neri-Saipem-Castalia ed il consorzio italo-americano Titan-Micoperi. La decisione di aggiudicazione della gara, da parte di Costa Crociere, a chi spetterà l’operazione di bonifica ancora non è stata comunicata; anche perché la determinazione rimane complessa soprattutto dal punto di vista legale/assicurativo.
Per la conferma e l’ufficialità, si tratterebbe di attendere alcuni giorni ancora- dicono dall’Ufficio stampa di Costa Crociere – anche se circolano note ufficiose che favorirebbero la “continuità-operativa” fra le aziende/consorzio che hanno lavorato alle fasi parbuckling e refloating della nave. Mentre da parte degli Enti Territoriali del Giglio si riscontra la conferma che i lavori di pulizia dei fondali di Punta Gabbianara dovrebbero iniziare nella prima decade di novembre sotto l’egida di un osservatorio regionale ristretto a pochi organi preposti, presieduto dal Presidente della Regione Toscana, Rossi, che fungerà di centro di coordinamento tecnico-autorizzativo.
Naturalmente il contratto dovrà essere siglato e poi presentare il progetto di bonifica nel dettaglio per l’eventuale autorizzazione; si stima che i lavori possano durare almeno un anno. Intanto, l’Associazione Nazionale Memoriale della Concordia, il popolo dei volontari sub,detta l’agenda dei lavori: “Occorre – si legge in loro comunicato diffuso l’altro ieri – “pulire” i fondali dagli oggetti più pericolosi per l’incolumità di chi si vorrà immergere nella zona, prodotti anche dal lungo cantiere dovuto alla rimozione del relitto, (cavi, lamiere, utensili) e da tutto l’accessorio che fu utile al parbuckling (sacchi e materassi), avendo l’accortezza di non disperdere più nulla di tutto questo materiale, nella fase di risalita dal fondo, salpandolo chiuso in appositi mega contenitori”.
Inoltre si chiede l’istituzione di itinerari-formativi-sub per rendere un sinistro marittimo opportunità turistica e musealizzare reperti nel Museo del Memoriale a terra, per essere esposti con la loro storia, i proprietari, la posizione e la data del ritrovamento ed il nome del sommozzatore e del club di appartenenza al quale sia dovuto il ritrovamento.