A una settimana dalla partenza da Alicante, la flotta delle sette barche partecipanti alla Volvo Ocean Race 2014/15 sta navigando lungo la costa africana, e ha coperto poco più del 20% del percorso verso Città del Capo. Il gruppo di testa è ancora molto compatto e si assiste a una lotta di strambate per posizionarsi al meglio e guadagnare miglia preziose per far rotta più a ovest, verso le calme equatoriali prima e verso il cancello di Fernando di Noronha poi.
Ma navigare sotto costa comporta anche dei rischi. I franco/cinesi di Dongfeng Race Team, che avevano mantenuto la testa della flotta fin dal mattino di giovedì 16 ottobre, nella notte hanno urtato un oggetto non identificato e rotto un timone, cedendo la leadership ad Abu Dhabi Ocean Racing.
“Erano le 2.10 UTC (le quattro ora italiana), al timone c’era Thomas (Rouxel) e abbiamo urtato qualcosa.” Così comincia il racconto dell’Onboard reporter di Dongfeng Race Team Yann Riou dell’incidente occorso alla barca franco/cinese. “L’impatto è stato violento. Non sappiamo cosa fosse. Abbiamo controllato il timone sopravento, abbiamo controllato la chiglia. Poi ci siamo resi conto di non avere più il timone sottovento, abbiamo verificato che non ci fossero vie d’acqua. Dieci minuti dopo, abbiamo strambato. Avevamo due opzioni: installare il timone di rispetto, oppure rimuovere quello che era rimasto del vecchio e sostituirlo con un nuovo. Abbiamo deciso di fare così. Abbiamo preparato il timone, abbiamo arrotolato la vela di prua, l’abbiamo ammainata e abbiamo ammainato anche la randa. Proprio in quel momento abbiamo visto Abu Dhabi Ocean Racing che ci passava vicino… Thomas ha indossato la muta e si è tuffato in acqua. Kevin (Escoffier) era nel compartimento di poppa e il resto dell’equipaggio in coperta. Abbiamo rimosso ciò che era rimasto del vecchio timone e posizionato quello nuovo. Poi abbiamo issato di nuovo le vele, e ora facciamo venti nodi di velocità.” Lo skipper Charles Caudrelier ha detto: “Non è facile accettare queste cose, quando succedono. Siamo tutti dispiaciuti. Non abbiamo ancora ricevuto il report delle posizioni ma ovviamente sappiamo che Abu Dhabi adesso è davanti. Pensiamo che anche gli spagnoli ci abbiano passato, degli altri non sappiamo. Non sembra giusto, ma non ci possiamo fare niente…”
In effetti ora la testa della flotta è passata nelle mani di Abu Dhabi Ocean Racing, dello skipper britannico Ian Walker, che guida il gruppo abbastanza compatto, ad eccezione di Team SCA che ha accumulato circa 70 miglia di distacco. Con grande sollievo di tutti gli equipaggi, tuttavia, le barche sono finalmente entrate in un buon flusso di vento da nord-nordest di circa 20 nodi, dopo che per giorni interi i sette team erano andati a cercare anche il minimo refolo di vento in più a poche miglia, se non a poche centinaia di metri dalla costa africana. Il team spagnolo di MAPFRE, guidato da Iker Martìnez, è stato quello che si è avvicinato di più alla costa ma anche quello che ha ricevuto una “visita” piacevole quanto inaspettata da parte di una nave della marina spagnola, che ha inviato un gommone a salutare l’equipaggio iberico e gli altri team in gara. Il rischio di stare così vicini alla costa è, proprio quello di urtare oggetti galleggianti o di rimanere impigliati in reti, come successo ad Abu Dhabi, o a Team Brunel, che ha dovuto mandare un uomo in acqua per togliere un grosso pezzo di plastica dalla chiglia.
L’equipaggio completamente femminile di Team SCA, ha anche seguito un rotta irregolare, come mostrato dalla cartografia, poi spiegato da bordo, causata da una rete da pesca impigliata nello scafo. Purtroppo questo ha rallentato la corsa delle veliste, che hanno perso ulteriore terreno. “Ad essere oneste, abbiamo avuto giorni migliori. Quando vedi le altre barche scappare via ti piange il cuore. Il morale era abbastanza bassa, e soprattutto Libby (Greenhalgh) e Sam (Davies, la skipper) erano giù di morale.” ha scritto da bordo della barca fucsia la Onboard reporter Corinna Halloran. “Ma siamo una squadra, lavoriamo in squadra e quando qualcuna è un po’ giù fa parte del nostro lavoro cercare di riportare in altro lo spirito. E poi è una tappa di 6.500 miglia quindi tutto può ancora accadere nelle prossime settimane.”
Team Alvimedica non è stata vittima di incidenti, e tuttavia ha passato una settimana davvero intensa, come racconta Alberto Bolzan, unico velista italiano di questa Volvo Ocean Race “I primi giorni di questa Volvo per me sono stati stupendi, siamo ancora tutti attaccati come se invece di una tappa della Volvo Ocean Race stessimo affrontando una regata costiera di poche ore. Uscire dal Mediterraneo non e’stato per niente semplice, poco vento che saltava molto e gran corrente a Gibilterra, abbiamo fatto piu’ cambi di vele che in una vita intera. Una volta usciti in Oceano abbiamo trovato vento fino a 35 nodi in bolina, subito per assaggiare cosa vuol dire stare nella flotta in ogni condizione. Poi vento in poppa attorno ai dieci nodi, da due giorni stiamo facendo una guerra di strambate usando ogni minimo salto di vento. La classifica viene stravolta di continuo, da primi a ultimi ci sono passati tutti… Con le barche tutte uguali e’ veramente bello, le prestazioni sono uguali e tutti sono qui a lottare per vincere, nessun inseguitore. La vita a bordo e’ buona, il morale alto e siamo determinati a fare bene.”
Guardando la cartografia e le condizioni meteo attuali sulla zona dove navigano i sette Volvo Ocean 65 sembra improbabile che possano strambare ancora verso terra, ma piuttosto cercheranno di “guadagnare” ovest. Una situazione da seguire da vicino anche con lo strumento del tracker a questo link: http://www.volvooceanrace.com/en/virtualeye.html
Posizioni alle ore 08.47 di oggi sabato 18 ottobre 2014
1 – Abu Dhabi Ocean Racing – 5.008,2 miglia all’arrivo
2 – Team Brunel – a 8.4 miglia dal leader
3 – Dongfeng Racing Team – a 9.3 miglia dal leader
4 – Team Vestas Wind – a 11.1 miglia dal leader
5 – Team Alvimedica – a 18.9 miglia dal leader
6 – MAPFRE – a 20.6 miglia dal leader
7 – Team SCA – a 71 miglia dal leader