Danish Maritime Forum 2014: prospettive e futuro

Qualcosa nel mondo dello shipping sta cambiando e sull'orizzonte del 2030 si notano segni significativi di cambiamento, come sono stati evidenziati al Danish Maritime Forum, svoltosi in un capannone del porto di Copenaghen, la settimana scorsa. E' stato evidenziato che il settore dei trasporti marittimi presenta un potenziale di crescita superiore ad altri settori al punto da essere considerato prioritario da parte di tutti i ministri di settore di tutti i governi dei principali paesi marittimi intervenuti alla tavola rotonda ministeriale.

Si è consapevoli che il processo dei trasporti marittimi è indispensabile per lo sviluppo sostenibile dei paesi e per equilibrare la crescente domanda di commercio marittimo con la crescita dell'economia mondiale, tutti i sistemi navali si dovranno impegnare a ridurre significativamente le emissioni di gas in atmosfera, riducendo i danni climatici causati dal cd “effetto serra”. Molto si è discusso sulle tecnologie moderne, costruzioni navali, materiali oltre alle nuove applicazioni informatiche sulla .

Se questo è lo scenario futuro, per raggiungere gli obiettivi di una crescita equilibrata, le sfide dovranno essere affrontate con trasparenza e con più impegno a cominciare dalla formazione delle risorse umane. Finalmente a livello globale si parla di formazione e di risorse umane: forse i goal finanziario-economici stanno cedendo il passo alla centralità del marittimo? Forse si sono stancati di avere a bordo di navi marittimi “low-coast”? Se per ipotesi, supponiamo che la flotta attuale di navi dovesse aumentare nelle dimensioni del 70% entro il 2030, come tutti gli operatori dello shipping prevedono sulla base del trend di crescita degli ultimi cinque anni, il numero attuale di forza lavoro di 500.000 ufficiali dovrà essere portato a 850.000. Inoltre, entro il 2030, la metà degli ufficiali esistenti andranno in pensione e questo significa che almeno 600.000 ufficiali dovrebbero essere reclutati e soprattutto addestrati già da oggi, con un fabbisogno annuo di circa 40.000 unità.

Questa è la vera sfida del futuro per ogni paese marittimo, ed in particolare per l'Italia se ri-vorrà essere un paese di grandi navigatori: cercare di ri-promuovere la professione del mare, rendendola più attraente alle nuove generazioni; istituti secondari superiori tecnici dei trasporti e della più mirati e meno generalisti nel settore dei trasporti marittimi; un nuovo umanesimo marittimo, come negli anni '50 e '60 del secolo scorso, più incisivo e incentivato nei confronti dei giovani in modo da vedere efficaci benefici dalla professione di marittimo imbarcato.

Sul fronte della riduzione dei gas serra da navi si è fatto molto, ma non basta: occorrerà mettere a regime per le navi i piani di efficienza energetica, continuando a contribuire alla salvaguardia dell'ambiente marino e dell'atmosfera; nel solo 2012 il settore marittimo ha contribuito alla riduzione delle emissioni globali dei gas serra dal 2,7% al 2,2% ed oggi siamo sui valori tra i 2,0% ed 1,8%, grazie all'applicazione di nuove tecnologie e design per il risparmio energetico delle nuove navi.