IMO: ballast water da modificare?

Dal 13 al 17 ottobre si terrà la riunione del Comitato tecnico per l’ambiente (MEPC Committee) in seno all’ sulla convenzione internazionale relativa alle acque di zavorra delle navi ed in particolare per quelle impegnate in piccole tratte di navigazione, come il caso dei traghetti (International Convention for the Control and Management of Ships’ Ballast Water and Sediments, BWM).

Infatti, sono proprio gli armatori di queste navi che chiedono esenzioni alla convenzione, in quanto le acque di zavorra di navi che effettuano brevi traversate non è dimostrato il loro contributo all’inquinamento marino. La battaglia per le esenzioni la sta conducendo l’Associazione degli armatori della Danimarca, Paese interessato al notevole traffico di navi traghetto che collegano i vari porti de Mare del Nord.  Negli ultimi anni, Compagnie di navigazione danesi, come quelle di altri Paesi, hanno investito cospicue somme di denari nella green-technology per prepararsi all’entrata in vigore della convenzione internazionale sulle “ballast water”.

Si contesta che le nuove misure di regolamentazione ambientale non devono essere solo una mera certificazione burocratica se non si vuole rendere vani proprio gli investimenti di adeguamento tecnologico delle navi. La nuova convenzione internazionale IMO sulle acque di zavorra riguarderà tutto il trasporto internazionale, comprese anche le rotte brevi (2-4 miglia).

Gli armatori danesi dei traghetti contestano proprio questo: non esiste rischio dimostrato di contaminazione marina da acque di zavorra dei traghetti che collegano porti vicini dello stesso mare, come tra Helsingor in Danimarca e Helsingborg in Svezia. Per questo lamentano ulteriori investimenti per la depurazione delle acque di zavorra, nonostante il fatto che è inconcepibile che si possano sviluppare specie animali invasive – come ad esempio alcuni tipi di crostacei – su una così breve distanza.

Poiché, la Convenzione include alcune esenzioni potenziali riguardo a trasporti di traffico locale, gli Armatori chiedono che nella prossima riunione della Commissione si possano valutare i casi dei traghetti che collegano porti vicini. Non sappiamo se queste condizioni possano valere anche per i traghetti italiani che collegano la Sardegna e la Sicilia; ma anche quelli per l’Albania, Croazia e Grecia.