È Mario Sanzullo l’atleta delle “Fiamme Oro Napoli” il vincitore della cinquantesima Traversata dello Stretto, gara internazionale di nuoto di fondo che si svolte lungo un itinerario di cinque chilometri, con partenza da Messina ed arrivo a Villa San Giovanni, in entrambi i casi sotto i Piloni dello Stretto, novelle colonne d’Eracle per ogni nuotatore di fondo che osi sfidare le ondi e correnti del tratto di mare più difficile ed agognato dagli sportivi di tutto il mondo.
Cinquantaquattro minuti e cinque secondi netti il tempo che corona per la seconda volta il ventunenne partenopeo Mario Sanzullo col titolo di Campione dello Stretto. La Traversata è una competizione dove natura e tradizione si fondono nello sport. Cento sono gli atleti che sfidano da cinquant’anni Scilla e Cariddi, con la sola accezione di quest’edizione celebrative in cui dieci nuotatori in più hanno trovato posto tra le fila dei temerari e novelli Ulisse dello Stretto.
A ciascuno di loro è assegnato, poco prima della partenza e tramite un pubblico sorteggio, un barcaiolo, ossia un pescatore locale incaricato di scortare lungo il percorso di gara il nuotatore, garantendone l’incolumità ed aiutandolo a destreggiarsi tra lo scontro delle correnti del Mare Ionio e Tirreno. Gli sportivi impegnati nell’agone provengono da ogni parte del mondo e devono fare leva su uno straordinario spirito di adattamento per entrare subito in sintonia col proprio barcaiolo, individuandolo e collaborando con lui in pieno mare.
Pittoresco è il dialetto utilizzato dai pescatori durante la Traversata, una lingua ricca di sfumature provenienti dalla cultura magnogreca, che da un lato affascina e dall’altro mette alla prova le capacità di fare squadra tra atleti e barcaioli. L’evento è stato scelto come elemento identitario della città di Villa San Giovanni, porto strategico per garantire la continuità territoriale tra la Sicilia ed il continente, è storicamente organizzato dal “Centro Nuoto Sub Villa” e supportato logisticamente dalla “Unione delle Leghe Navali dello Stretto” che, grazie alla sua ramificazione sulle sponde calabresi e siciliane, garantisce ogni anno le massime condizioni di sicurezza per i partecipanti.
Francesco Ventura