E’ dell’altro giorno la comunicazione ufficiale del Governo ucraino relativa alla chiusura al traffico mercantile internazionale dei porti situati sul territorio della Repubblica Autonoma di Crimea. I porti interessati sono quelli di Evpatoria, Kerch, Sevastopol, Feodosia, Yalta e Sebastopoli.
Il decreto fu emesso il 16 giugno scorso, poi, dopo la registrazione presso il Ministero della Giustizia ucraino a fine giugno, entrerà in vigore dopo la sua pubblicazione ufficiale. L’Alto Ministero dei Trasporti e della Navigazione ha informato l’IMO (International Maritime Oranization) di tale decreto con tutte le sue particolarità con cui la zona interessata a questi porti viene definita ad “alto livello di rischio”; le varie Autorità portuali ucraine non possono garantire per la sicurezza della navigazione nelle acque intorno ai porti della Crimea.
Un’altra precedente comunicazione all’IMO dava avviso a tutti gli Stati marittimi firmatari di convenzioni internazionali che in questo periodo di transizione la sicurezza nei porti della Crimea veniva assicurata dalla presenza della Federazione russa con navi militari della Marina di Stato in collaborazione con il Ministero dei Trasporti. La decisione restrittiva di chiudere i porti ucraini al traffico mercantile sta generando apprensioni presso i vari Ministeri degli Esteri di molti Paesi, tra cui l’Italia, che vanta traffici commerciali ed itinerari turistici per quei porti.
Da sottolineare che le relazioni esteri con l’Ucraina si possono compromettere del tutto; anche per il fatto che l’IMO, essendo un ramo delle Nazioni Unite, non ha riconosciuto, con una dichiarazione ufficiale del maggio scorso, l’annessione di Crimea alla Russia.
Abele Carruezzo