Ark Futura a Gioia Tauro: trasbordo chimico nelle 24h

Dalle prime luci dell’alba il cargo danese “Ark Futura” è ufficialmente alla fonda nel , mentre in queste ore è in corso la fase preliminare per il trasbordo dell’arsenale chimico siriano sulla statunitense “Cape Ray”, la nave laboratorio incaricata di neutralizzare buona parte del carico tramite un processo di idrolisi, mentre i residui non eliminabili con  questo metodo saranno a loro volta trasportati nel Nord Europa, per essere smaltiti in fabbriche specializzate situate in Germania, Inghilterra e Finlandia.

Il cordone di sicurezza ideato ed attuato dalla Prefettura di Reggio Calabria è imponente. Il porto è stato isolato per un raggio di un chilometro e mezzo, entro il quale sono stati evacuati i civili, fermate le operazioni commerciali e posti, lungo il perimetro, un reparto interforze di centinaia di unità dislocate dai locali comandi delle Forze Armate e dell’Ordine, Polizia locale e provinciale, Vigili del Fuoco e Pronto Soccorso, con reparti speciali ben attrezzati per far fronte ad eventuali emergenze di tipo chimico.

La durata delle operazioni di trasbordo è stimata sulle ventiquattro ore, sotto l’occhio vigile dei militari italiani e dei marini statunitensi, il che significa che già da domani le due navi interessate potranno già lasciare il porto di Gioia Tauro per lo loro mete finali, facendo rotta per il Mare del Nord a fianco della poderosa scorta militare predisposta dall’Opac.

Ieri, sin dall’arrivo della “Cape Ray” in porto, era già attivo il tavolo tecnico straordinario che monitorerà la missione per tutto il tempo in cui il carico siriano resterà in territorio ed in acque nazionali italiane. Il porto di Gioia Tauro tratta quotidianamente materiali della medesima classe, la 6.2. dell’IMGD Code, ma in questo caso sono state doverose le misure di precauzione prese a tutela e salvaguardia dell’ambiente, della cittadinanza residente ed ovviamente degli stessi operatori marittimi.

Il Governo ha ribadito più volte l’importanza dello svolgere questa missione, unico contributo italiano alla campagna internazionale di demilitarizzazione dell’arsenale siriano, presso il super porto calabrese, definendo tutto ciò come un motivo di vanto per lo scalo, in quanto confermato come uno dei più sicuri, moderni e specializzato per le più impegnative operazioni portuali, sia militari che soprattutto civili e dunque commerciali.

Ma conclusa la campagna, si spegneranno i riflettori su Gioia Tauro? Il Governo manterrà le promesse fatte a questa importante realtà del Mediterraneo, o il super porto sarà lasciato solo nel fronteggiare la concorrenza, soprattutto nordafricana? La popolazione tiene alta la guardia, consapevole di ritrovarsi sotto i riflettori della ribalta mediatica mondiale, ma resta dubbiosa, in attesa che gli eventi si sviluppino.

Francesco Ventura