“Il trasferimento e successivo smaltimento del relitto a Genova è l’unica soluzione idonea in Italia”. Lo ribadisce Costa Crociere in una nota dopo che la Conferenza dei Servizi riunita oggi a Roma non ha raggiunto un accordo sulla proposta presentata dalla società
“Entro tre settimane – afferma l’amministratore delegato di Costa Crociere Michael Thamm – saremo pronti ad avviare le operazioni di rimorchio della Concordia dall’Isola del Giglio“. L’azienda ha preso un impegno “che intendiamo onorare” , aggiunge, e cioè “rimuovere il relitto della Concordia il prima possibile, in totale sicurezza e con la massima attenzione nei confronti dell’Ambiente”.
Per rispettare l’impegno, prosegue Thamm, “ci siamo avvalsi delle migliori competenze, delle più avanzate soluzioni tecnologiche e di risorse finanziarie senza precedenti”. Senza considerare che “finora le scelte tecniche effettuate da Costa si sono rivelate corrette, dalla selezione e assegnazione del progetto di rimozione al Consorzio Titan Micoperi, al raddrizzamento del relitto avvenuto a settembre”.
Ecco perché, dice l’Ad di Costa, “crediamo di poter meritare la fiducia delle autorità anche nella fase finale: l’unico obiettivo per cui lavoriamo è concludere questo progetto nel migliore dei modi”. Thamm sottolinea inoltre che il voto favorevole alla proposta presentata dalla società di 17 su 19 soggetti presenti in Conferenza Servizi, “ci conforta sulla validità della scelta di Costa Crociere per il progetto Genova”.
Un progetto che, ribadisce, “rimane immodificato ed è in linea con quello presentato in sede di Conferenza dei servizi due anni fa che prevedeva il trasporto del relitto a rimorchio in un porto italiano, attrezzato con bacini di carenaggio per lo smaltimento e infrastrutture necessarie”. Quanto ai tempi di rimozione, l’Ad di Costa conferma la ‘finestra’ tra il 13 e il 20 luglio. “Entro tre settimane saremo pronti”, considerando che quello è il periodo che “statisticamente presenta le condizioni meteomarine più favorevoli”. “Considerata la finestra temporale – conclude Thamm – l’unica soluzione è trasportare il relitto in un luogo che sia attrezzato per avviare le operazioni di demolizione con i più elevati standard ambientali”.