UE: centomila marittimi filippini a rischio d’imbarco per la STCW

L’evoluzione tecnologica delle navi e la complessa gestione dell’automazione navale stanno imponendo ai Governi, firmatari della convenzione IMO sull’addestramento marittimo, di garantire elevati standard di qualità professionale per gli ufficiali, sottufficiali e comuni imbarcati a bordo di navi nell’interesse della sicurezza dei passeggeri, dei marittimi, delle merci e dell’industria marittima, oltre alla salvaguardia dell’ambiente marino.

Fra gli Stati che hanno evidenziato delle carenze viene menzionata la nazione delle ; le autorità filippine devono dimostrare che i piani di audit di vari istituti d’istruzione e di formazione marittima rispondono ai requisiti previsti dalle convenzioni internazionali. L’istruzione e la formazione nautica delle Filippine da tempo aveva iniziato un percorso per l’allineamento alla Convenzione Internazionale sugli standard di addestramento dei propri marittimi, la cd STCW – Standards of Training, Certification and Watchkeeping -; il percorso di riforma di tale segmento di istruzione e formazione della nazione asiatica si era resa necessaria in quanto risultava molto lacunosa negli obiettivi e nelle strategie didattiche.

Oggi, la situazione si complica per quanto riguarda la certificazione dei titoli professionali ai fini specifici di un imbarco, al punto che l’ ha emesso una specie di ultimatum; infatti, la Commissione europea ha dato alle Filippine tempo fino al prossimo luglio 2014 per fornire le prove e quindi la certificazione di qualità che la formazione dei marittimi attuata nelle scuole specifiche che operano sul proprio territorio sia conforme agli standard internazionali, pena la perdita del riconoscimento comunitario per i marittimi filippini a poter imbarcare a bordo di navi battenti bandiera UE.

Il problema diventerà difficile per il fatto che interessa un numero pari a 100 mila marittimi filippini imbarcati su navi della flotta europea; di difficile soluzione entro un così breve arco di tempo per ottemperare alla certificazione necessaria. In questi giorni, dopo varie ispezioni da parte dell’EMSA, , effettuate nelle scuole specifiche filippine, la Direzione Generale per la mobilità e dei trasporti (DG Move) della Commissione Europea ha presentato agli Stati membri della UE una valutazione complessiva sullo status della formazione e certificazione marittima nelle Filippine non del tutto confortevole per le carenze individuate, soprattutto in tema di safety della navigazione e relativo controllo e protocolli dei sinistri marittimi.

Certamente ulteriori ispezioni saranno condotte anche dopo luglio 2014 al fine di verificare l’attuazione delle misure che il Governo delle Filippine si è impegnato di adottare di fronte alla Commissione Europea; inoltre, la stessa Commissione, nel riconoscere l’impegno da parte dei lavoratori marittimi filippini a bordo delle navi europee, si auspica il raggiungimento dei requisiti della convenzione internazionale STCW. Anche in Italia, durante lo scorso Yacht Med Festival di fine aprile di Gaeta, è stato fatto il punto sull’istruzione nautica, alla presenza di dirigenti ministeriali, scolastici ed armatori.

Ancora una volta, in Italia, in maniera ibrida, si vuole, sotto il velo di un imbarco promesso da parte di armatori,  che un segmento d’istruzione secondaria sia impegnato anche nella formazione: con quali fondi, quali strutture e quali risorse umane non è dato sapere. Gli Istituti Tecnico nautici, passati da istruzione nautica ad una istruzione della conduzione, razionalizzando cattedre e programmi – oggi tecnici per i trasporti e logistica – non riescono a garantire la minima istruzione circa la sicurezza della navigazione ed impianti marittimi, vuoi per la riduzione forzata di ore specifiche a fronte di una  preparazione generalista, figuriamoci se riusciranno a garantire una certificazione delle professioni del mare.

Tutti, operatori e non, docenti e dirigenti negli anni scorsi, abbiamo sottolineato che gli ITSS dovevano essere spazi culturali dei istruzione volti a garantire una professione del mare; cioè prima una istruzione orientata e poi un percorso superiore per soddisfare l’incontro tra esigenza armatoriale e percorsi formativi specializzati. Tutto questo il Ministero dell’Istruzione per vari motivi non lo ha realizzato; oggi, sotto la spinta dell’EMSA, il MIUR vuole orientare e sostenere questo settore.

Si sta sperimentando in sei Istituti superiori, per la Puglia è presente quello di Bari, un impianto di un sistema di gestione di qualità con certificazione relativa: cioè si dovrà valutare il sistema amministrativo, le attività extra organizzate dalla scuola e percorsi curriculari d’istruzione. Sperando che la formazione marittima non possa essere solo slide, videogame, app, youtube e non a punti come accade per la conduzione di auto su strade, sottolineiamo che formazione è e dovrà essere sicurezza per essere navigatori e non solo poeti.