La guerra per il completamento e l’allargamento del Canale di Panama si avvia verso una sofferta conclusione: è stato infatti sottoscritto l’accordo tra Autorità di Gestione, consorzio GUPC (composto dalla società spagnola Sacyr, dall’italiana Salini Impregilo, dai belgi Jan De Nul e dalla panamense Cusa) e, soprattutto Zurich, l’assicuratore del contratto da oltre 3.1 miliardi di dollari.
Sarà successivamente l’arbitrato internazionale di Miami a decidere su chi ricadranno gli extra costi da 1.6 miliardi di euro per ampliare la via d’acqua e consentire dal 2015 il passaggio anche di navi gigantesche (fino a 366 metri di lunghezza). All’origine della contesa vi sono inaspettati costi di realizzazione dell’opera, non previsti nel precedente contratto, per un importo di oltre 1.6 miliardi di euro: il consorzio GUCP ha spiegato che il basalto, la roccia estratta dagli scavi per il Canale, si è rivelato inutilizzabile per il calcestruzzo, e ciò ha portato a raddoppiare i costi del cemento armato che rappresenta circa un terzo del valore dell’opera.
Quest’opera è strategica per le casse del governo di Panama e influenzerà sicuramente le elezioni presidenziali attese per maggio 2014: è stato calcolato infatti che, una volta completato l’allargamento del canale, entreranno nelle casse di Panama oltre 2.5 miliardi di dollari all’anno come diritto di transito delle oltre 15 mila navi che transitan ogni anno. Restano da chiarire ancora molte cose a partire dai tempi e i modi con i quali Zurich sbloccherà un perfomance bond da 400 milioni di dollari per creare nuove linee di finanziamento bancario.
Anche perché la società assicuratrice, vero ago della bilancia, si attende dal governo italiano e forse belga (nel consorzio di imprese c’è anche la Jan de Nul) una ‘copertura’ simile a quella che Madrid ha poco ufficialmente messo in campo per Sacyr. Non a caso il titolo spagnolo in borsa ha chiuso con un calo del 4.4% e gli italiani di Salini Impregilo hanno concluso in
ribasso (-1,2% in linea con il listino generale a 4,4 euro). L’iniezione dei fondi per il completamento avverrà pariteticamente da consorzio e Autorità per 100 milioni di dollari ciascuno, per assicurare il rispetto dei tempi di realizzazione e consegna dell’opera. Lo stesso consorzio ha dichiarato che l’opera è completa al 72% e la consegna è prevista per gli inizi di luglio.
Nell’accordo definitivo le Autorità di Panama hanno preteso che fosse assicurata la consegna delle enormi paratie mobili delle chiuse costruite dalla Cimolai su una vecchia commessa Impregilo entro la fine dell’anno. Ora si trovano in Italia e senza questi pezzi nessuno può costruire il nuovo canale: erano la maggiore forza contrattuale in mano al consorzio, che ha vinto sul piano finanziario ma che per spedire ‘rapidamente’ le paratie ha dovuto cercare navi molto care.