La Calabria grazie agli atenei presenti nella regione ha avuto modo di conoscere in maniera più profonda e scientifica le realtà del proprio territorio. È questo il caso del saggio di Giuseppe Caridi, architetto e ricercatore per la pianificazione e progettazione della città mediterranea, il quale ha di recente pubblicato “L’invenzione della Marina, il processo di urbanizzazione a valle di Bova dal 1742 al 1908”, titolo che per le sue caratteristiche si aggiunge alla collana antropologica di “Città del Sole Edizioni”, già ricca di opere scritte da altri giovani ricercatori.
“Comprendere i motivi e le dinamiche per cui la popolazione montana, in questo caso di Bova, abbia sentito la necessità di sviluppare i propri piani urbanistici a valle, nella marina, è importante per comprendere lo sviluppo sociale e le attuali opportunità di sviluppo – spiega Giuseppe Caridi, autore del saggio – Sono stati pubblicati in questa occasione dei documenti inediti, tra cui un piano regolatore di metà Ottocento riguardante Bova Marina, grazie ai quali si riesce a capire come il trasferimento a valle degli agglomerati dell’entroterra non sia stato il frutto di speculazione edilizia, ma l’applicazione di un piano urbanistico voluto e ben programmato.
I motivi riguardano le migliori infrastrutture legate ai trasporti, una qualità della vita migliore e territori più produttivi ai fini agricoli. Ora in questi luoghi si aprono le porte del turismo”.
Nel corso della conferenza di presentazione del volume, tenutasi ieri nella cittadella universitaria, presso la sala convegni del dipartimento “Pau” di architettura, sono emersi numerosi spunti per futuri lavori e ricerche che potranno godere di un modello messo appunto dallo stesso Caridi. Venute alla luce anche alcune “lacune” accademiche riscontrate sul territorio e che daranno il via a nuovi studi e ricerche.
“Spesso consideriamo le marine dei territori di poco conto, questo libro ne ha dimostrato il contrario, grazie ad un approccio nuovo e brillante – spiega Luigi Lombardi Satriani, già senatore ed ordinario presso l’ateneo reggino – Le marine di Bova e Gerace, oggi Locri, così come tutte gli insediamenti costieri del Meridione sono stati valutati poco negli ambienti accademici. Mi auguro che questo lavoro stimoli altri ricercatori, in modo da dare amplio spazio agli studi urbanistici e antropologico culturali ad essi legato. Il saggio di Caridi è degno di nota anche per un motivo in più, ossia per i suoi canoni di storia locale, che non scade in campanilismi o provincialismo che caratterizzano la maggior parte degli studi legati alla microstoria. All’autore va riconosciuto il merito di avere contestualizzato il tutto con una visione olistica”.
Francesco Ventura