Porto di Trieste: comitato portuale su crisi industriale

Il Comitato portuale di si è riunito oggi in seduta straordinaria per affrontare il problema scaturito dalla decisione, assunta dall’ente portuale, di non sottoscrivere l’accordo di programma sulla crisi industriale complessa di Trieste, che è stato siglato giovedì a Roma dalle altre istituzioni e non dall’Authority che teme come conseguenza una diminuzione di entrate al proprio bilancio.

Il comitato ha dato mandato al presidente dell’, Marina , di approfondire questi punti: «l’aspetto della competenza dell’Autorità Portuale di Trieste nella quantificazione e riscossione dei canoni demaniali marittimi, nonché sugli ulteriori aspetti del procedimento concessorio; l’aspetto della responsabilità dell’inquinamento che, da quanto si evince dall’accordo stesso a pagina 7, comma d), 3° paragrafo, di fatto toglie la responsabilità alla Servola Spa per presunta impossibilità di risalire con certezza al responsabile, mentre la successione nel titolo concessorio – assentito senza soluzione di continuità fino dal 1962 – individua con certezza il soggetto obbligato alla rimessa in pristino delle aree demaniali marittime; la questione relativa all’esclusione dall’accordo della rimozione dei cumuli denominati “1”, localizzati sul promontorio nord dell’area demaniale della Ferriera di Servola; tale situazione potrebbe portare all’indisponibilità delle aree di cantiere per la realizzazione della Piattaforma Logistica ovvero ad un accollo straordinario di oneri in capo all’Autorità Portuale di Trieste per lo smaltimento del cumulo, stimato in non meno di 10 milioni di euro.

Ed infine l’aspetto, a completamento delle problematiche ambientali, degli oneri di bonifica dei sedimenti marini antistanti la banchina dello stabilimento di Servola, come determinati dalle Conferenze di Servizi del Ministero dell’Ambiente di dicembre 2012 e di aprile 2013».