Si è svolto stamattina il convegno, secondo incontro per la sicurezza in mare, organizzato da Camera di commercio, Isfores, Assonautica e Il Nautilus. “Le emergenze in mare: in porto, in mare e nelle comunicazioni” è stato il tema affrontato da istituzioni e da esperti del settore; dopo i saluti del presidente Alfredo Malcarne, dell’amministrazione comunale attraverso il vice sindaco Giuseppe Marchionna e della Capitaneria di porto con il comandante Mario Valente, hanno parlato di sicurezza il professor Abele Carruezzo, direttore scientifico de Il Nautilus, Simone Quaranta della scuola formativa Thesi e Paolo Dal Buono presidente di Assonautica Ferrara.
L’attività di accompagnamento con Distretto della nautica pugliesa e Assonautica ha portato a questo secondo appuntamento con il preciso scopo di migliorare le conosenze dei diportisti in materia di sicurezza in mare. Il vice sindaco Marchionna ha sottolineato come “il lavoro che si sta sviluppando sulla filiera nautica è ancora poco conosciuto. Nella promozione territoriale avvierò un cambiamento nel pensare e programmare il marketing. Anche i fondi europei sulle infrastrutture potranno essere sfruttati con questo obiettivo. Assonautica sta diventando un punto di riferimento. I Contratti di rete saranno il primo passo per strutturare un coordinamento generale”.
“Manca una coscienza nautica e va costruita – ha sottolineato il comandante Valente -. La riforma scolastica potrebbe dare un mano. Alcuni diportisti non rispettano neppure le norme più elementari”.
Poi è stata la volta del professor Carruezzo che ha relazionato sull’argomento. “Sono intervenuti parametri nuovi ed anche la dimensione culturale è diversa, non sono per la mobilità in generale ma anche nello specifico ambito portuale. La forte penetrazione dell’informatizzazione ha costretto la filiera corta degli accessori ad adeguare le imbarcazioni. Persino la domotica è arrivata a bordo quindi parlare di emergenza è diverso rispetto al passato. Le emergenze adesso vanno viste in chiave dinamica. Non solo security ma anche safety. Non è possibile prendere la patente nautica in un weekend: quegli studenti non sapranno condurre una barca. Per mare non esiste la navigazione per corsie; non basta la conoscenza ma serve la formazione. La posizione del gps a volte non si sa neppure comunicare. Un aspetto importante della navigazione è il saper individuare la traiettoria: esistono errori generati da imperfezioni, ma anche funzionali e naturali. Questa catena di errori produce l’emergenza”.
Simone Quaranta ha analizzato i diversi errori più comuni in cui incorrno i diportisti. “Simulatori e strumenti servono ad insegnare l’approccio al mare. Distinguiamo la navigazione commerciale, militare, da diporto. Eppure alcuni errori sono gli stessi: nel 1991 la nave Haven ed il suo incendio sono diventati un caso emblematico, anche per l’inquinamento; stessa situazione nel 2013 sulla nave militare Fasan e, nel 2014, a Rapallo per imbarcazioni da diporto”. Dalla Concordia al caso Brindisi, con l’incidente dello scorso luglio, Quaranta ha sottolineato che questi avvenimenti devono rappresentare una lesson, come gli inglesi chiamano le tragedie. Ed ha spiegato anche come la velocità è uno dei problemi che in mare si verificano solo nel diporto ma difficilmente in altri tipi di navigazione.
Infine Paolo dal Buono ha ricordato l’appuntamento in Adriatico, che coinvolge ogni anno almeno 40 barche che riunisce diportisti di Veneto e Friuli, risalendo e toccando Puglia, Grecia e Albania. “La volontà di essere team è una delle lezioni da seguire sempre in barca”, ha ricordato a tutti.
Francesca Cuomo
Relazione prof. Abele Carruezzo
(tasto destro, salva con nome)
Relazione Simone Quaranta
(tasto destro, salva con nome)