“Tra il dire e il fare…c’è di mezzo il mare”. Antico proverbio questo che inquadra perfettamente lo stato dell’arte e quanto si dovrebbe realizzare per rilanciare la portualità italiana, il tutto ben descritto nel corposo “Il futuro europeo della portualità italiana”, volume, con la prefazione di Romano Prodi e Luciano Violante, presentato in anteprima dai suoi autori, dal presidente dell’Autorità Portuale di Venezia prof. Paolo Costa e dal prof. Maurizio Maresca ordinario di Diritto Internazionale e comunitario all’Università degli Studi di Udine nell’ambito del meeting organizzato dall’International Propeller Club di Monfalcone con la partecipazione dei club di Trieste e Venezia.
Il futuro dei porti dell’Alto Adriatico , il grande progetto del NAPA e della piattaforma off-shore sostenuta da Palo Costa hanno rappresentato il leit motive del meeting. “Nessuno dei porti italiani ubicati lungo le rotte che collegano i grandi mercati mondiali è oggi nelle condizioni di contendere i traffici mondiali da e per l’Europa ai porti del mare del Nord.
Da questa condizione di minorità si può uscire solo riordinando i porti in pochi sistemi multi portuali,sfruttando l’occasione della nuova strategia di costruzione della rete trans europea dei trasporti, Ten-T entro il 2030” “…i vantaggi conseguibili con questo approccio sono esemplificati nel caso del multi porto-corridoio dell’Alto Adriatico: il più europeo di tutti per la necessità funzionale transfrontaliera di vedere i porti italiani di Ravenna, Venezia, Trieste, Monfalcone (n.d.r. proprio nel corso del meeting il presidente dell’Azienda Speciale per il Porto ing. Paolo Maschio ha annunciato l’adesione del porto al NAPA) operare in regime di coopetition (cooperazione e competizione) con il porto sloveno di Koper e quello croato di Rijeka”.
Prendendo la parola Massimo Bernardo presidente dell’International Propeller Club di Venezia ha esordito chiedendosi : “ Se l’obiettivo , sulla carta , potrebbe apparire perseguibile e raggiungibile, ancorchè sdoganato da tutte quelle difficoltà di ordine economico e politico che comunque sono oggi presenti in Europa e nella realtà dell’area, la “coopetition” appare più come la famosa politica delle “linee parallele e convergenti “ dei tempi di Aldo Moro che come la terapia per arrivare ad una serena convivenza tra porti concorrenti.
Mi spiego – ha continuato il Presidente – In questo contesto se è vero che il NAPA dovrebbe rappresentare quell’innovativo contenitore a livello internazionale di una nuova politica per portare il range dell’alto adriatico a competere con i porti del northern range, mi pare però, più verosimile e altrettanto vero, che, a monte, bisognerebbe incominciare a stringere più strette alleanze e strategie comuni non solo tra i nostri porti italiani prima che con quelli , che comunque sono i nostri diretti competitor in Slovenia e Croazia, nell’altra sponda dell’Adriatico, ma anche tra tutte le associazioni imprenditoriali di categoria e tra i singoli operatori del trasporto”.
“Mi pare infatti difficile che mentre Ravenna , per esempio, come avviene in Assoporti, cerchi nuovi dialoghi con Genova per contrastare Venezia o, a proposito del traffico crocieristico – come spesso leggiamo – il porto di Trieste goda delle “disgrazie” – lo dico tra virgolette” di quello di Venezia tentando di accaparrarsi navi e crocieristi , compresi i ro/ro , si possano condividere “sic et impliciter” con porti esteri quei traffici, già scarsi, diretti alla portualità alto adriatica dove ben tre autorità portuali e tre Aziende Speciali stanno facendo salti mortali per incrementare i propri traffici e le proprie casseforti, ahimè, sempre più vuote.
C’è da chiederci se, prioritariamente, non fosse stato il caso di creare , in casa nostra , una forte massa critica di imprese ,di aziende , di operatori del trasporto piuttosto che realizzare in un incertissima situazione di crisi , quel pur importante contenitore, il NAPA, che , almeno per ora, si presenta come un container con pareti di cristallo dalle quali certamente traspare sì un programma di buoni propositi ma , nient’altro ,se non la necessità di combattere per la sua sopravvivenza dai quasi quotidiani attacchi di altrettanto ben consolidate lobbies con fortissimi e ben radicati interessi nei porti tirrenici “.
“In questo contesto – ha concluso Bernardo – le varie associazioni imprenditoriali di categoria con tutti i proprio associati , compresa Confetra nordest, dovrebbero far squadra per costruire una struttura imprenditoriale di livello europeo superando quell’anacronistica polverizzazione di aziende, spesso microaziende, oggi presente nel territorio. Questa è una dimensione aziendale che appare oggi impraticabile a fronte dei grandi progetti dettati dalla U.E. e che si realizzeranno con le reti TEN .
Se veramente il postulato di questo affascinante teorema si chiama “Coopetition” allora i primi a doverla praticare , a mio avviso, dovrebbero essere proprio gli imprenditori del trasporto, parecchi dei quali nostri associati nei vari Propeller, per i quali auspico un dialogo sempre più stretto e, tra loro, una sempre più trasparente collaborazione nella quale la vera competizione dev’essere cristallina ed evidente nella qualità dei servizi resi alla merce e all’armatore”.