Dopo i dubbi espressi durante la 19a Conferenza della European Maritime Law Organisation (EMLO) sulla mega alleanza tra Maersk, MSC e CMA CGM, ora è la volta dell’Asian Shippers Council (ASC), associazione degli armatori asiatici.
“La P3 è la più grande alleanza, mai formata prima, in termini di numero di navi, per dimensione della frequenza di navi/scalo porti e per la copertura di area geografica interessata, che porterà al declino dei piccoli armatori e che renderà il mercato più volatile”. Questo è quanto ha affermato John Lu, presidente della ASC, sottolineando che una simile concentrazione di capacità di stiva sarà insostenibile.
Quindi, i dubbi non sono solo europei, ma stanno investendo altre regioni di mercato come quelle asiatiche che temono una forte alterazione sulle tariffe di trasporto e sui livelli di servizi portuali (diminuendo i fornitori), qualora le Autorità preposte alla regolamentazione dei traffici marittimi approvassero detta alleanza. Un’altra significativa alterazione l’alleanza la porterebbe anche a livello di cantieri navali, poiché, altre compagnie concorrenti, per aumentare la capacità di stiva, ordinerebbero navi più grandi; in tal modo si creerebbe un forte squilibrio tra domanda e offerta, portando ad una “guerra dei prezzi e volatilità dei tassi” ha detto il presidente di ASC. “Non si potrebbe avere una pianificazione aziendale certa dovendo affrontare fluttuazioni dei tassi di nolo, tempi e servizi da produrre”, ha affermato Lu , ricordando che la “La P3 non è ancora un affare concluso – not by a mile – e siamo lieti che la FMC (Federal Maritime Commission degli Stati Uniti) ha avviato le procedure per la riunione delle Autorità sulla regolamentazione, stabilendo il termine di 20 giorni (29 novembre) per le parti interessate a produrre osservazioni sulla rete P3”.
Ricordiamo brevemente che la P3 network riguarda tre colossi del trasporto di container con navi: Maersk, CMA-CGM e la MSC; copertura geografica Europa – Asia con rotte per transpacifica e transatlantica; con partecipazioni del 34% MSC, del 42% Maersk e del 24% CMA-CGM; con una flotta iniziale di 252 navi per un totale di 2,6 milioni di teu; con una nuovo centro operativo di fleet management con sede in Londra.