Norbert Sedlacek issa la vela per un nuovo record atlantico

L’austriaco ha mollato gli ormeggi domenica scorsa sotto il cielo nuvoloso solcato da forti venti della Vandea alla volta di New York. Attraverserà l’Atlantico nei due sensi sulla Open 16 FIPOFIX, una piccola da regata lunga appena 4,9 metri e interamente realizzata in fibra vulcanica. La traversata sarà non-stop, avverrà in solitario e Sedlacek non potrà ricevere assistenza. Il ritorno, lungo la rotta Nord, è previsto per la primavera del 2014.

Se la sfida andrà a buon fine, Sedlacek sarà il primo velista a completare questa doppia traversata atlantica su una barca così piccola. Con questa nuova avventura Sedlacek vuole testare l’efficacia della fibra e la relative tecnologia di fissaggio per la produzione industriale di materiali compositi. Kapsch sostiene lo sviluppo della tecnologia così come il tentativo di record di una doppia traversata atlantica su una barca a vela di 4,9 metri.

Le condizioni sia per il marinaio che per l’imbarcazione saranno molto provanti nei prossimi giorni:venti da nordovest fino a 25 nodi (46 km/h) e onde di 3 metri renderanno impegnative le prime ore di navigazione. “Normalmente ci si mettono 3 o 4 giorni per adattarsi alla vita di bordo, ma con queste condizioni, abituarsi alla FIPOFIX sarà più difficile”, ha spiegato Norbert Sedlacek. “Si aggiungono il nervosismo e la tensione all’inizio di una nuova impresa. Inoltre, la barca è diventata più pesante del previsto a causa del carico dell’attrezzatura”.

La difficoltà della sfida è infatti posta dalle dimensioni ridotte della barca. La Open 16 FIPOFIX è stata progettata ispirandosi all’Open 60, di cui è – con i suoi 4,9 mt di lunghezza per 2,3 di larghezza e appena 1,5 metri quadri coperti – la versione in miniatura. Inoltre la poca distanza tra lo specchio di poppa e la linea di galleggiamento di appena 12 cm renderà la traversata piena di schizzi. Dalle prime prove è emerso il buon potenziale della barca ed una notevole rigidità torsionale dovuta alla fibra vulcanica ASA.TEC. “La barca mostra i suoi punti di forza soprattutto nelle rotte sottovento. Anche una folata o un mare lungo la solleva e la fa planare sulle onde”, ha affermato con entusiasmo Norbert Sedlacek. “Veleggiare sopravvento sarà tuttavia un po’ meno piacevole considerate le piccole dimensioni della barca”. Norbert Sedlacek conta di arrivare a New York a bordo della FIPOFIX verso Natale.

Il modello di imbarcazione Open 16 FIPOFIX è stato interamente realizzato in FIPOFIX, un materiale composito di fibre ASA.TEC ottenuto mediante il cosiddetto processo sandwich su un nucleo di balsa. Le caratteristiche delle fibre di roccia vulcanica – sono molto stabili chimicamente (sia in ambiente acido, sia alcalino), resistenti ai raggi UV, e alle variazioni di temperatura oltre che 100% riciclabili – le rendono ideali per l’impiego nel settore nautico.

Il processo Fipofix® è unico perché permette di fissare delicatamente le fibre invece di intrecciarle, pinzarle o cucirle insieme. Questo permette di fare a meno dell’uso di collanti che potrebbero comportare un indebolimento delle caratteristiche della fibra vulcanica. Per lo sviluppo della tecnologia di fissaggio, Kapsch ha fondato la società Fipofix GmbH (di cui detiene l’80%) in collaborazione con l’azienda Yacht Construction Consulting. Il titolare del brevetto Fipofix è Kapsch.

“Kapsch ha sempre dato un contributo fondamentale allo sviluppo di tecnologie innovative nei settori in cui opera e l’innovazione continua a ricoprire un ruolo chiave nella nostra azienda anche attraverso l’avvio di partnership strategiche come quella con Norbert”. ha dichiarato Kari Kapsch, Chief Operating Officer del gruppo Kapsch spiegando il coinvolgimento dell’azienda nell’impresa della traversata. “La nostra collaborazione di lunga data ci sta dando la possibilità di esplorare nuove applicazioni tecnologiche e nuove opportunità di business. Kapsch ha contribuito alla traversata atlantica e alla prima fase di sviluppo della tecnologia Fipofix con circa 1 milione di euro”.