All’indomani della protesta a nuoto nel canale della Giudecca è il premier Enrico Letta a fissare il vertice per le decisioni finali, il primo ottobre a Palazzo Chigi. Sul tavolo ci sarà la proposta del ministro dell’ambiente Andrea Orlando: un percorso che porti “all’opzione zero” dei passaggi delle crociere davanti San Marco, partendo da uno spostamento di quote crescenti su Marghera.
Di “decisione definitiva” parla anche il responsabile di infrastrutture e trasporti, Maurizio Lupi, sottolineando che nel Governo c’è la volontà di “dare applicazione al decreto Passera-Clini, per cui le grandi navi non passeranno più dal canale della Giudecca e dal bacino San Marco”. Il decreto, finora inapplicato a Venezia, pone lo stop ai transiti dei ‘colossi’ superiori alle 40mila tonnellate di stazza. Molti dei transatlantici che attraccano alla Marittima di San Basilio superano di parecchio le 100mila tonnellate. Lupi ci tiene però a precisare che “in questo periodo i passaggi della grandi navi sono avvenuti in condizioni di sicurezza”.
“Il vertice del primo ottobre – aggiunge – sarà il punto di arrivo” di un lavoro iniziato al ministero delle Infrastrutture sin dal suo insediamento. Un’attività che coinvolge “tutte le parti in causa, le istituzioni del territorio, l’autorità portuale, la capitaneria di porto, i rappresentanti degli armatori, il ministero dell’Ambiente, il ministero della Cultura”. “I progetti presentati per il percorso alternativo – conclude Lupi -, dato che tutti convengono sull’importanza del turismo crocieristico per Venezia e il Veneto, sono stati vagliati nelle loro implicazioni ambientali ed economiche. Ora la decisione”.
Nel Comitato ‘No Grandi Navi” questa apertura, impensabile fino a qualche mese fa, è letta in modi differenti. Chi giudica “importantissima” l’idea di Orlando sull’opzione zero, chi, come l’assessore comunale Gianfranco Bettin, vi vede “un passo in avanti”, un “positivo segnale d’impegno”. Ma c’è infine chi, come il portavoce del Comitato, Silvio Testa, diffida Governo e istituzioni dal “lucrare sul successo mediatico” della protesta veneziana, e spiega che non è solo il bacino San Marco ma “tutta la Laguna” a dover essere dichiarata off-limits ai ‘grattacieli’ del mare, incompatibili anche per l’inquinamento con il delicato ecosistema. Una laguna, afferma, che verrebbe ‘uccisa’ dall’escavo di nuovi canali finalizzato a percorsi alternativi delle navi. Che oggi, finita la protesta, hanno ripreso a fare la spola sul canale della Giudecca secondo la tabella prevista dalla stagione crocieristica.
Intanto potrebbero arrivare le multe per il blitz a nuoto fatto ieri dagli attivisti dei ‘No Navi’, che così facendo avevano rallentare le partenze dal porto. In laguna vige infatti il divieto di balneazione. La Questura sta procedendo all’identificazione dei 30-40 dimostranti-nuotatori, mentre si analizzano altri eventuali profili penali: quello per l’interruzione di servizio pubblico (lo stop momentaneo subito ieri anche dai vaporetti) e la violazione delle autorizzazioni alla manifestazione date dal Questore, che non comprendevano ovviamente il fuori programma in canale.