Porto di Venezia: il ministero concede la Via per il porto off-shore

Quel progetto straordinario di un porto off-shore a ha incassato, nei primi giorni di agosto, una importantissima approvazione amministrativa: la commissione nazionale della Via (Valutazione d’impatto ambientale) ha formalmente approvato all’umanimità il progetto che rivoluzionerà il trasporto marittimo nel nord adriatico.

Nell’attesa che il Cipe manifesti il suo assenso formale affinchè possano essere avviate ed elaborate le progettazioni definitive ed esecutive del terminal off-shore, l’Autorità portuale veneziana sta procedendo celermente alla individuazione, per mezzo di gara pubblica, degli advisor tecnici e legali del progetto. L’opera ha un costo stimato in oltre 2.5 miliardi di euro ed è stata inserita tra le infrastrutture strategiche della Legge obiettivo 2011: lo Stato italiano la finanzia con circa 100 milioni di euro, mentre i restanti finanziamenti saranno reperiti mediante un project financing, il più importante d’Europa.

Il progetto consiste in una diga di 4 chilometri, tre approdi d’altura e novanta ettari di terminal a terra che consentiranno di accogliere fino a 800mila teu: saranno necessari oltre 7 anni di lavori e 1.400 lavoratori per portare a compimento il porto d’altura. Si è scelto di localizzare il porto d’altura in quest’area, distante circa 8 miglia marine dalla bocca di porto di Malomocco, poiché i fondali hanno una profondità di oltre 20 metri: Venezia potrà diventare uno dei pochi nei quali potranno attraccare navi da oltre 20.000 teu.

La piattaforma off-shore tratterà principalmente container e petrolio: non a caso il terminal petrolifero sarà collegato agli impianti della costa attraverso un oleodotto. Il consentirà finalmente il rispetto della Legge Speciale per Venezia datata 1974, legge che fissava l’ambizioso obiettivo ambientale di estromettere i traffici petroliferi fuori dalla laguna, con un occhio di riguardo anche al risanamento ambientale di Porto Marghera: inoltre il progetto valorizzerà tutte le infrastrutture attualmente esistenti nel Nordest, dai terminal portuali all’interporto di Padova e Verona, dall’asta idroviaria Venezia-Padova al sistema idroviario fino a Rovigo e Mantova.

I benefici derivabili da quest’opera comporteranno un risparmio fino a 5 giorni dei tempi di navigazione ed una riduzione delle emissioni di gas serra: per ogni container movimento verso Monaco via Venezia potranno essere emessi fino a 97 kg di Co2 in meno).

 

Stefano Carbonara