Il Governo Letta è scrupolosamente favorevole all’istituzione dell’Autorità di regolazione dei trasporti. Infatti, questo pomeriggio, dalle ore 15.00, in Commissione Lavori Pubblici (ottava), saranno ascoltati e designati a Presidente e a componenti dell’Autorità di regolazione dei trasporti. Le relative proposte di nomina saranno esaminate in sede consultiva dalla Commissione da mercoledì 31 luglio alle ore 08.30.
L’Autorità essendo un organo collegiale è composto di un presidente e due componenti, nominati con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro competente. Le designazioni effettuate dal Governo sono prima sottoposte al parere, vincolante e da esprimersi con maggioranza dei due terzi, delle competenti Commissioni parlamentari. La durata della carica è stabilita in sette anni, senza possibilità di conferma.
I membri sono scelti, nel rispetto dell’equilibrio di genere, tra persone di indiscussa moralità e indipendenza e di comprovata professionalità e competenza nel settore, fatte salve le incompatibilità e conflitto d’interessi per legge. Nella riunione del Consiglio dei Ministri del 12 luglio 2013 si è proceduto alla designazione di una nuova terna per gli incarichi di Presidente e componenti l’Autorità, ora sottoposta al parere parlamentare. L’Autorità di regolazione nel settore dei trasporti è stata istituita dall’art. 37 del decreto-legge n. 201/2011 (c.d. “Salva – Italia”), come modificato dall’art. 36 del successivo decreto-legge n. 1/2012 (c.d. “liberalizzazioni”), individuando come sede la città di Roma.
I primi progetti d’istituzione di un’Autorità indipendente di regolazione del settore dei trasporti risalgono alla metà degli anni Novanta quando, anche in Italia su impulso della Comunità europea e in parallelo con l’avvio di un rilevante processo di privatizzazione, si aprì il confronto sulla liberalizzazione delle “utilities”. Sostanzialmente, si dava avvio a un modello di liberalizzazione dei settori ferroviario e stradale (portuale ancora si è lontani), fondato sulla “separazione verticale” tra la gestione dell’infrastruttura (da mantenere in monopolio) e la gestione dei servizi (da aprire nel tempo alla concorrenza).
Nel decreto d’istituzione si legge che l’Autorità è competente nel settore dei trasporti e dell’accesso alle relative infrastrutture e ai servizi accessori. In dettaglio: garantisce condizioni di accesso eque e non discriminatorie alle infrastrutture ferroviarie, portuali, aeroportuali e alle reti autostradali, fatte salve le competenze dell’Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali, e alla mobilità dei passeggeri e delle merci in ambito nazionale, locale e urbano, anche collegata a stazioni, aeroporti e porti.
Mentre per quanto riguarda l’organizzazione, con un onere finanziario di 5 milioni di euro, il collegio dell’Autorità nomina un segretario generale, che sovrintende al funzionamento dei servizi e degli uffici e ne risponde al presidente; poi con propri regolamenti sarà gestita l’organizzazione interna, il funzionamento, la pianta organica del personale di ruolo (80 unità a regime), l’ordinamento delle carriere e il trattamento giuridico ed economico del personale. Come si nota, non si tratta di semplificare un settore, ma di una creazione di un nuovo livello di controllo burocratico in più ambiti: sinceramente ne sentivamo la mancanza.