Porto di Venezia: Orsoni su trasferimento Terminal Crociere a Porto Marghera

“Abbiamo bisogno di un porto efficiente che guardi al futuro con prospettive di sviluppo serio”: tallonato da moltissimi giornalisti ma anche da tanti veneziani, così ha risposto il Sindaco di Giorgio in merito alla possibilità di trasferimento del traffico a . Il  tavolo tecnico del 25 luglio previsto a Roma in seno al Ministero dei Trasporti, alla presenza delle istituzioni venete e veneziane, è ormai prossimo: dovranno essere presentate in via ufficiale rotte alternative, come previsto dal decreto Clini-Passera comunemente denominato “anti-inchini”, rispetto a quelle attualmente percorse dalle navi  nella Laguna di Venezia.

Il sindaco Orsoni, dopo aver ottenuto dal consiglio comunale il mandato a rappresentare l’amministrazione comunale al tavolo ministeriale, ha definitivamente ribadito la sua posizione, “impegnandosi a chiedere l’applicazione del decreto interministeriale e al contempo difendendo il porto di Venezia quale risorsa essenziale”:“Guai, afferma Orsoni, se pensassimo di dover rinunciare a quel che il porto commerciale e passeggeri offre alla città di Venezia oggi”.

“Le attività portuali, continua Orsoni, fanno parte di Venezia e dobbiamo ragionare affinchè il porto si sviluppi nel modo più compatibile con la natura della città”: “ la compatibilità non è soltanto un problema dei cittadini ma interessa soprattutto gli imprenditori, gli operatori portuali i quali non possono non guardare avanti nel tempo, stare fermi e non immaginare qualcosa che si può creare in futuro”.

Queste parole continuano a rafforzare il progetto di trasferimento del traffico crocieristico a Porto Marghera, già incluso nel programma elettorale della giunta Orsoni, idea non condivisa dalla comunità portuale veneziana: “ la Marittima è una risorsa che andrà ad esaurirsi e lo sviluppo della futura area metropolitana non potrà che incentrarsi verso la terraferma e verso Porto Marghera”, così afferma Orsoni. Si ha la convinzione tuttavia che la Marittima, secondo le proiezioni dell’amministrazione comunale veneziana, non verrà abbandonata soprattutto alla luce dei recenti investimenti effettuati: tuttavia nel prossimo futuro le navi dovranno essere accolte a Venezia senza che cagionino danni ulteriori all’ecosistema lagunare.

Per quanto concerne l’individuazione di vie alternative di navigazione, “ l’accesso delle grandi navi, secondo il sindaco, potrà avvenire attraverso il Canale dei Petroli fino a Marghera, in luoghi oggi non dedicati alla portualità e senza intaccare le attività stesse, oppure  attraverso canali esistenti fino al Bacino di San Marco per le navi di minor cabotaggio”. Le possibilità di navigazione alternativa, a quanto pare, ci sono, vanno esplorate e analizzate senza il bisogno di scavare ulteriori canali che possano compromettere ulteriormente l’idraulica nella laguna. Riuscirà la compagine istituzionale veneziana, nella seduta al tavolo tecnico del 25 luglio, a limitare ed evitare attriti con l’imprenditoria portuale e con le forze sociali?

 

Stefano Carbonara