Dopo mesi di discussioni, il Parlamento UE approva l’accordo con il Consiglio sulla rete transeuropea integrata dei trasporti (TEN-T). La novità del compromesso della Commissione Trasporti di Bruxelles è quella che modula i requisiti per la gestione dell’infrastruttura e le priorità per lo sviluppo della rete Ten-T intesa a coprire tutte le regioni europee con tutte le modalità di trasporto.
Sull’argomento ne avevamo già ampiamente scritto, ma questo passaggio parlamentare ha stabilito l’inclusione della Sardegna, tramite il porto e l’aeroporto di Cagliari, nel Core Network della Rete transeuropea dei trasporti; a dimostrazione che tutto è possibile, quando “politicamente” si vuole e il riferimento è al sistema portuale pugliese – chi stabilisce l’appartenenza al core network?-. L’inserimento della Sardegna nella core-net garantirà il collegamento dell’isola con le Autostrade del Mare; in questa maniera si costituisce la componente “marittima” delle reti Ten-T, senza peraltro escludere gli altri porti sardi che possono far parte delle Autostrade del Mare e porsi quale snodo centrale del traffico merci e passeggeri tra Spagna, Francia e il Nord-Africa.
Per rendere operativo l’accordo e favorire un reale sviluppo delle infrastrutture europee, nel rispetto delle reali esigenze degli Stati e dei territori, è stato istituito un “Corridor Forum” come organo consultivo sulle priorità delle scelte da compiere, coinvolgendo enti locali e società civile. Non sono, però, chiari i criteri di nomina dei membri di tale Forum. Il finanziamento delle reti sarà ripartito tra risorse comunitarie e statali e saranno introdotte forme innovative di finanziamento nell’ambito del disposto-piano economico per collegare l’Europa: “Connecting Europe Facility”che prevede 50 miliardi di euro per rilanciare le reti europee di trasporto, energetiche e digitali per il periodo 2014-2020.
In questo periodo le risorse comunitarie sono contenute nella proposta del Quadro Finanziario dell’Ue per il periodo 2014-2020. L’attuale accordo prevede circa ventiquattro miliardi di cui dieci trasferiti dal Fondo di Coesione che dovranno però essere spesi nei Paesi eleggibili per tale fondo. Il voto nella plenaria di Strasburgo è previsto il prossimo 8 ottobre.
Abele Carruezzo